PESCARA - Quasi un miracolo calcistico, firmato Silvio Baldini. È lui il principale artefice del ritorno del Pescara in B dopo 4 stagioni in terza serie.
È suo il merito di aver costruito un gruppo granitico, capace di risvegliare l’entusiasmo e di riportare i tifosi in massa allo stadio. Erano 20mila all’Adriatico nella finale di ritorno con la Ternana, un numero impensabile fino a poche settimane fa (lo scorso 25 aprile contro il Gubbio allo stadio c’erano 2.745 spettatori).
Il capolavoro di Baldini nasce tra la fine del torneo scorso alla data di partenza per il ritiro della nuova stagione.
Sono giorni in cui i tifosi biancazzurri, delusi dai risultati delle ultime annate, organizzano manifestazioni di protesta per contestare l’operato della società. L’aria è pesante, il 14 luglio 2024 Baldini arriva in città e chiarisce subito le sue intenzioni.
“Voglio riportare il Pescara in B e poi in Serie A. Altrimenti cosa sono venuto a fare?”, dice il tecnico toscano tra lo stupore generale.
“Arrivo in un posto dove sono passati Giovanni Galeone e Zdenek Zeman, qui c’è magìa. La contestazione? È un segno di democrazia e va accettata, tocca a noi riportare i tifosi dalla nostra parte”.
Nel frattempo, Daniele Delli Carri, il ds che lo aveva scelto, rassegna le dimissioni e al suo posto arriva Pasquale Foggia. Il Pescara arranca nelle amichevoli precampionato e al debutto in Coppa Italia viene eliminato dal Pineto.
Baldini fa un passo indietro, abbandona il 4-2-3-1 sperimentato durante la preparazione e passa al 4-3-3, modulo utilizzato in precedenza con Zeman in panchina.
È la svolta tattica, in campionato gli abruzzesi partono a mille (10 vittorie e 2 pareggi) e chiudono il girone di andata in vetta alla classifica con 40 punti sovvertendo ogni pronostico. Alla vigilia del torneo nessuno aveva inserito il Delfino tra le favorite per il salto di categoria. A gennaio servono ritocchi, soprattutto in attacco dove manca un bomber.
Le risorse sono poche, alla fine arriva il centravanti Alberti dal Modena, oltre a due difensori (Letizia dalla Feralpisalò e Lancini dal Novara) e un centrocampista (Kraja dall’Atalanta Under 23).
Nella seconda parte la squadra va in difficoltà (3 punti nelle prime 5 partite del nuovo anno) e perde terreno dalle prime posizioni. Poi un rendimento altalenante, infine il ritorno su grandi livelli.
I biancazzurri chiudono la stagione regolare con 3 vittorie e ai play off, partendo dal quarto posto, si sbarazzano di Pianese, Catania, Vis Pesaro e Cerignola.
L’ultimo atto con la Ternana, il club che nel girone B ha investito più di tutti e avrebbe dovuto vincere il torneo. Invece trionfa il Pescara, Baldini fa il bis dopo l’impresa con il Palermo nel 2022, quando sostituì Filippi e vinse i play off di C battendo in finale il Padova. Condottiero impavido e vulcanico, uomo schietto e sincero, il 66enne di Massa si è caricato sulle spalle un gruppo formato da tanti giovani di belle speranze e qualche giocatore esperto.
Difficile indicare i migliori, ha vinto il collettivo, una squadra che Baldini ha spremuto fino all’ultima goccia per inseguire il sogno.
Di certo sono stati fondamentali il portiere Plizzari, i terzini Pierozzi e Moruzzi, i centrali difensivi Brosco (capitano) e Pellacani, a volte rimpiazzati da Lancini (già con Baldini a Palermo) e Letizia, che a 35 anni ha vinto il suo quarto campionato in carriera.
Poi i centrocampisti Dagasso (forse il migliore per rendimento), Squizzato e Valzania, il jolly Meazzi e la punta Tonin, entrambi in evidenza ai play off, gli esterni Cangiano e Bentivegna, i bomber Ferraris, in doppia cifra al primo anno nei professionisti, e Merola, il grande assente nella finale di ritorno che, nonostante i problemi fisici, ha dato un contributo prezioso in fase realizzativa.
Pescara gode per una promozione difficilmente immaginabile. Ma, come dice Baldini, dove c’è magìa niente è impossibile.