ISLAMABAD - New Delhi ha dichiarato di aver preso di mira nove siti legati a gruppi armati responsabili di attacchi contro l’India. Il governo ha sottolineato che le operazioni sono state “mirate, misurate e che non invitano a una escalation”, aggiungendo che non sono state colpite strutture militari pakistane.

Islamabad ha replicato affermando che ci sono stati 24 impatti in sei località, con almeno otto morti, 35 feriti e due dispersi. Il ministro della Difesa pachistano ha definito “false” le affermazioni indiane, mentre il ministero degli Esteri ha accusato l’India di violare la sovranità nazionale.

La tensione tra i due Paesi, entrambi dotati di armi nucleari, è esplosa dopo un attacco del 22 aprile contro turisti indù nella città di Pahalgam, nel Kashmir controllato dall’India, che ha causato 26 morti. New Delhi ha attribuito l’attacco a miliziani sostenuti dal Pakistan, accusa che Islamabad ha respinto con fermezza.

Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha promesso una “risposta energica contro il nemico subdolo”, mentre il ministro dell’Informazione ha dichiarato che il Pakistan ha abbattuto tre aerei indiani e un drone.

L’ONU ha espresso “profonda preoccupazione” per l’attacco e ha invitato entrambe le parti alla massima moderazione. Anche il presidente statunitense Donald Trump ha definito gli attacchi “una vergogna” durante una conferenza alla Casa Bianca.

Fonti indiane hanno riferito che alti funzionari di Delhi hanno aggiornato i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Russia sull’accaduto.