TEHERAN - Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno rivendicato la responsabilità del lancio di missili su Erbil, nel Kurdistan iracheno, sostenendo di aver preso di mira un “centro strategico” israeliano e minacciando lo Stato ebraico di nuove “distruttive” operazioni.

Le autorità del Kurdistan iracheno (nord) avevano precedentemente indicato che “12 missili balistici” sparati “fuori dai confini dell’Iraq, e più precisamente dall’est”, avevano preso di mira il Consolato americano a Erbil, senza causare vittime. “Ieri sera abbiamo lanciato missili di precisione contro un centro strategico di complotti e atti diabolici dei sionisti”, ha affermato la Guardia rivoluzionaria in una nota in cui ha assicurato che il centro era gestito dai servizi di intelligence israeliani, il Mossad.

Le Guardie rivoluzionarie hanno affermato che l’attacco è stato compiuto “in seguito ai recenti crimini del regime sionista” e in seguito all’avvertimento che “si sarebbero presto vendicati”. “Ancora una volta avvertiamo il regime criminale sionista che la ripetizione di qualsiasi atto malvagio avrà conseguenze decisive e devastanti”, ha concluso la Guardia rivoluzionaria.

All’inizio di quest’anno l’Iraq ha registrato un’impennata di attacchi armati di razzi o droni poiché Teheran e diversi gruppi alleati hanno commemorato il secondo anniversario della morte del generale iraniano Qassem Soleimani e del suo luogotenente iracheno Abu Mehdi al-Mouhandis, eliminati da Washington in un attacco di droni su territorio iracheno.

Il giorno dopo il suo attacco, il governo di Teheren ha avvertito che non tollererà più “minacce” dall’Iraq. “Non è accettabile in alcun modo che uno dei nostri vicini, con cui abbiamo rapporti profondi... diventi una fonte di minacce per la Repubblica islamica”, ha affermato in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Said Khatibzadeh.

Il diplomatico ha dichiarato che l’Iraq “ospita milizie curde anti-iraniane”, oltre a “sionisti” sul suo territorio, il che rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale iraniana. “Chiediamo al governo iracheno di porre fine alla presenza dei sionisti sul suo territorio”, ha affermato. “L’amicizia è una questione di rispetto reciproco. Speriamo che il messaggio venga ascoltato”, ha avvertito Khatibzade.

Da parte sua, l’Iraq ha chiesto all’Iran “spiegazioni chiare” sull’attacco missilistico di Erbil. Baghdad ha convocato l’ambasciatore iraniano, Iraj Masjidi, e ha reso conto delle proteste del governo iracheno in merito a questi attacchi, descritti come una “flagrante violazione della sovranità” dell’Iraq.

“L’Iraq ha chiesto, attraverso mezzi diplomatici, spiegazioni chiare da parte iraniana sull’attacco”, ha affermato in un comunicato il Consiglio di sicurezza nazionale, che ha tenuto una riunione straordinaria, presieduta dal primo ministro Mustafa al-Kazemi, proprio per discutere dell’aggressione.

L’Iraq subisce frequenti attacchi con razzi o droni armati, principalmente contro gli interessi statunitensi e le truppe della coalizione internazionale anti-jihadista, che Washington attribuisce alle fazioni irachene filo-iraniane. Ma il lancio di missili dall’estero è raro.

L’Iran sostiene le milizie palestinesi a Gaza e guida il cosiddetto ‘Asse della resistenza’ contro lo Stato ebraico, che comprende Hamas, il gruppo libanese Hezbollah e la Siria.