ROMA - Il calcio e la musica. Passioni da condividere con gli amici e che restano tali anche quando diventano un lavoro come è successo, per il pallone, a Moise Kean.

In un’intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale, l’attaccante della Fiorentina e della Nazionale si racconta (“Mi è sempre piaciuto stare per strada con i miei amici, giocare a pallone e fare musica”), partendo dall’inizio di un cammino che lo ha portato ai vertici del calcio mondiale.

“Andavo in oratorio, giocavamo fino a tardi sfidandoci in tornei cinque contro cinque. Il parroco a un certo punto doveva chiudere e ci faceva uscire, noi aspettavamo che se ne andasse e scavalcavamo per tornare a giocare. Per il calcio si fa di tutto”, dice l’attaccante che parla anche di alcune figure fondamentali nella sua vita, da mamma Isabelle (“mi ha fatto spesso anche da padre, non ha mai mollato ed è un grande esempio”), al fratello maggiore Giovanni, classe ‘93, con cui condivide il primo ‘trasferimento’ dal campetto dell’oratorio Don Bosco al settore giovanile dell’Asti.

E’ lì che arriva la chiamata del Torino, poi quella della Juventus. Cresce con la maglia bianconera addosso fino ad approdare alla Primavera, dove incontra uno degli eroi del Mondiale del 2006. Ad allenare quella squadra, con cui raggiunge la finale del campionato persa ai rigori con la Roma, è infatti un certo Fabio Grosso. “Ricordo quel Mondiale, avevo 6 anni e il bar in piazzetta era sempre pieno. Vedevo quanto ci teneva la gente e mi dicevo: un giorno voglio vestire la maglia dell’Italia perché voglio che la gente viva queste emozioni per me e per la mia squadra. Ho sempre sognato di indossare la maglia della Nazionale”. Il sogno si è avverato e non è ancora il momento di svegliarsi visto che adesso sogna di giocarlo il Mondiale, ma per volare nel 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti ci sarà bisogno anche dei suoi gol: “Speriamo che scenda qualcuno al bar a vedere noi alzare quella Coppa. Sarebbe qualcosa di davvero indescrivibile”.

Primo nato negli anni Duemila a vestire la maglia della Nazionale, il 20 novembre 2018 fa il suo debutto a Genk nell’amichevole con gli Stati Uniti all’età di 18 anni e 9 mesi. A marzo a Udine con la Finlandia arrivano l'esordio da titolare e il primo gol in azzurro a 19 anni appena compiuti, secondo marcatore più giovane nella storia della Nazionale dopo Bruno Nicolé.

È abituato a bruciare le tappe e nell’estate 2019 inizia il suo tour in giro per l’Europa, acquistato per quasi 30 milioni di euro dall’Everton. L’ambientamento non è semplice e la prima stagione in Premier League si chiude con due soli gol all’attivo: “Una bella esperienza, anche se in Inghilterra non è andata come avrei voluto. Ma si può imparare da tutto e dai momenti difficili puoi sempre uscire”.

E ne esce da campione Kean che torna a splendere a Parigi in una delle squadre più forti del mondo. Con il Paris Saint Germain realizza 17 reti, vincendo una Supercoppa francese e un Coppa di Francia: “L’estero mi ha aperti gli occhi, mi sento fortunato ad avere giocato con tantissimi campioni come Mbappé, Neymar e Cristiano Ronaldo”.

Dopo l’Inghilterra e la Francia torna in Italia. Lì, dove tutto è iniziato e dove da giovanissimo ha vinto due Scudetti, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia, ma senza riuscire a dimostrare fino in fondo tutto il suo talento. E così, dopo aver messo in bacheca un’altra Coppa Italia, si trasferisce alla Fiorentina.

A Firenze si riscopre bomber, segnando 16 gol in campionato e 21 reti complessive in 35 presenze. Dal viola all’azzurro il passo è breve. E a dimostrazione di un ritrovato feeling con il gol, il 23 marzo la sua doppietta permette alla Nazionale di rimontare tre reti in casa della Germania e di andare vicina a un’impresa epica.

Dopo il match di Dortmund arriva anche il plauso di Luciano Spalletti (“abbiamo trovato un lottatore, ha coraggio e personalità”), uno che è sempre stato certo delle sue potenzialità. “La Nazionale di oggi è un ottimo gruppo di giovani, ci siamo ritrovati qui con tanti ragazzi con cui eravamo compagni in Under 21. Il mister ci dà fiducia, crede in noi e questa è la nostra forza. Possiamo fare grandi cose”.

Per lui calcio e musica sono complementari, due strumenti per esprimere la sua vena artistica: “La musica mi è sempre piaciuta - spiega Kean nella rubrica di Vivo Azzurro TV ‘Questo sono io’ - nella mia famiglia ci sono sempre stati sport e musica. Era il mio sogno fare musica e far uscire la mia musica”. E così lo scorso dicembre Kean dà alla luce ‘Chosen’, il Prescelto, il primo album della sua carriera da (t)rapper. “Con il mio disco ho voluto lanciare ai giovani di oggi un messaggio: se sei bravo a fare più cose, perché non farle?”. Tra un gol e l’altro l’attaccante azzurro trova il tempo anche per creare le sue barre: “Scrivo a casa dopo l’allenamento o quando sono in trasferta. È una cosa che mi calma e che mi rende felice”.