NAPOLI - Sarà presentata in anteprima, a Napoli, la video inchiesta di Fanpage sulla morte di Mario Paciolla, il cooperante Onu trovato morto il 15 luglio 2020 nella sua casa a San Vicente del Caguán in Colombia.
Venne trovato impiccato, le autorità parlarono subito di suicidio, ma destarono sospetti il comportamento di due funzionari Onu, che ripulirono la scena con candeggina e gettarono via oggetti sporchi di sangue.
All’evento, nella sede della Fondazione Foqus, parteciperanno – con l’autore dell’inchiesta Antonio Musella – anche Pino Paciolla e Anna Motta, genitori di Mario, impegnati da anni alla ricerca della verità sulla morte del giovane napoletano.
“Mostreremo prove e testimonianze esclusive ed evidenzieremo le falle e le contraddizioni della tesi del suicidio. Vi mostreremo perché la morte di Mario Paciolla è un caso ancora aperto”, anticipa il giornalista di Fanpage.
Solo due mesi fa, il 19 marzo, il gip di Roma si è riservato di decidere in merito alla seconda richiesta di archiviazione, avanzata dalla Procura per l’indagine relativa al caso.
Nel corso dell’udienza di opposizione, gli avvocati di parte civile avevano illustrato le ragioni del loro ricorso, con cui chiedono di proseguire negli accertamenti.
“Abbiamo evidenziato tutti i dubbi e le incongruenze che secondo noi portano verso una ricostruzione di un omicidio e non di un suicidio”, aveva riferito in aula l’avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Paciolla, sottolineando che “nella ricostruzione della polizia giudiziaria restano molti elementi di dubbio”.
Per la penalista, infatti, gli elementi che farebbero propendere per l’omicidio sono moltissimi: dalla perizia medico-legale alle tracce ematiche.
“Ricordiamo che in questa vicenda mancano molti elementi, perché la sicurezza dell’Onu aveva provveduto a ripulire la scena del crimine, anche con la candeggina. Molte prove sono state fatte sparire e quindi moltissime cose non le sapremo mai”, ha aggiunto.