ISTANBUL (TURCHIA) – Le loro carriere hanno preso strade diverse ma la rivalità quella no, è viva più che mai. Ad Anfield, nella partita persa contro il Liverpool, Pep Guardiola aveva risposto ai cori dei tifosi dei Reds (“Ti cacceranno domani”) mostrando sei dita, tante quante le Premier League vinte alla guida del Manchester City.
Un gesto simile a quello fatto qualche anno fa da Josè Mourinho, all’epoca sulla panchina del Manchester United, che ai tifosi del Tottenham che lo insultavano mostrò tre dita, a ricordare i campionati vinti col Chelsea.
Qualche settimana dopo lo Special One venne esonerato e quando a Guardiola hanno chiesto se temesse di fare la stessa fine, il tecnico catalano aveva ribattuto: “Spero di no, ad ogni modo io ne ho vinte sei di Premier, lui tre”. Parole arrivate all’orecchio del tecnico portoghese, oggi alla guida del Fenerbahce, che non ha gradito. “Guardiola ha detto qualcosa su di me, che lui ha vinto sei Premier e io tre, ma io le ho vinte in modo regolare e pulito. Preferisco perdere e fare i complimenti all’avversario perchè è stato migliore di me che vincere e avere a che fare con 150 cause legali”, il riferimento alle 115 infrazioni in materia di fair-play finanziario contestate al Manchester City nel periodo che va dal 2009 al 2018 e sulle quali la Premier non si è ancora pronunciata.