E pensare che quando era un ragazzino odiava quel soprannome, Bono Vox. Nessuno immaginava che con quel nome sarebbe salito sulla cima del mondo. Paul Hewison ha compiuto 60 anni, una tappa anagrafica che induce a guardare al tempo trascorso.
A Paul, che aveva perso presto la madre e già si segnalava per una personalità incline alla ribellione, il nomignolo fu affibbiato da Fionan Hanvey, il miglior amico. A ispirarlo era stato un negozio di apparecchi acustici di Dublino, il “Bonavox”. Solo dopo aver scoperto che in latino Bono Vox significava “bella voce” lo accettò come nome di battaglia. E’ chiaro che il destino guardava con occhio benevolo quel ragazzino.
Il prossimo 20 ottobre gli U2 festeggeranno i 40 anni dalla pubblicazione del loro primo album, “Boy”. Quattro decenni di musica di una delle più importanti band della storia del rock, guidata da un front man dal carisma impareggiabile, uno dei pochi capaci di assumere un ruolo da leader globale, in grado di dialogare con i grandi della Terra, di richiamare l’attenzione sui temi più importanti per la sopravvivenza del pianeta, di diventare quasi una guida spirituale.
Bono e gli U2 sono un caso raro di gruppo nato alla provincia dell’impero, quando l’Irlanda, dilaniata dalla guerra civile, praticamente non esisteva sul mappamondo musicale, se non grazie ad alcune leggendarie eccezioni. Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen sono partiti senza un soldo con il classico furgone scalcagnato e hanno costruito un impero grazie al talento, dominando la scena mondiale ed entrando di diritto nella storia.