Il governo di Nauru ha annunciato ieri che “nel massimo interesse” del paese e del suo popolo si sta muovendo in direzione del pieno ripristino delle relazioni diplomatiche con la Cina.
“Ciò significa che la Repubblica di Nauru non riconoscerà più la Repubblica di Cina (Taiwan) come un paese separato, ma piuttosto come una parte inalienabile del territorio cinese”, si legge nella nota rilasciata.
Il viceministro degli Esteri di Taiwan, Tien Chung-kwang, ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata in tutta fretta che la notizia della rottura è arrivata inattesa.
Pechino ha scelto deliberatamente il momento delicato dopo le elezioni per prendere di mira Nauru, ha detto Tien, definendo la mossa “simile ad un’imboscata” ed equivalente a “un palese attacco alla democrazia”.
“Taiwan non si è piegata alle pressioni. Abbiamo eletto chi vogliamo eleggere. Questo per loro non è tollerabile”.
La Cina ha offerto a Nauru, nazione con una popolazione di 12.500 abitanti, somme di denaro di gran lunga superiori a quanto Taiwan fornisce ai suoi alleati, ha detto Tien.
L’ufficio presidenziale di Taiwan ha accusato la Cina di faare ripetutamente uso di “false promesse” per corteggiare nazioni amiche.
Il ministero degli Esteri cinese ha fatto sapere che il paese apprezza e accoglie con favore la decisione del governo di Nauru di troncare i rapporti diplomatici con Taiwan.
La Cina rivendica Taiwan come proprio territorio, una posizione che Taiwan contesta in termini assoluti.
Tien ha accusato la Cina di aver intenzionalmente sincronizzato l’annuncio dato dal governo di Nauru con le recenti elezioni.
La notizia ha colto di sorpresa Jarden Kephas, l’ambasciatore di Nauru a Taiwan.
“Non c’è nulla che abbia da dire. È stato annunciato dal mio governo e mi è stato detto di fare le valigie e partire”, ha detto Kephas.
Lai Ching-te, il candidato del Partito Democratico Progressista (DPP) al governo a Taiwan, ha vinto le elezioni presidenziali di sabato ed assumerà la guida del paese il prossimo 20 maggio.
Prima delle elezioni, la Cina aveva definito Lai un pericoloso separatista.
La mossa di Nauru lascia Taiwan con soli 12 alleati diplomatici, tra questi: Guatemala, Paraguay, Swaziland, Palau e le Isole Marshall.