Il tema della ricchezza altrui suscita spesso emozioni molto distinte, infatti quando si parla di multimilionari o miliardari, si tendono a formare schieramenti contrapposti, tra chi vede nella ricerca della prosperità economica l’obiettivo da perseguire nella vita e chi invece guarda con diffidenza, se non astio, ai patrimoni accumulati dagli altri. Insomma, che piacciano o meno, i ricchi fanno parte - da sempre - della nostra società, dall’età preindustriale e nobiliare ai giorni nostri. 
Sono argomento di discussione in contesti anche molto diversi tra loro: se ne parla al lavoro o a casa, ci si chiede a quanto ammontino le loro fortune e come siano riusciti ad arrivare così in alto, se da soli o grazie alle ricchezze tramandate dalla propria famiglia di generazione in generazione: l’élite economica ha sempre suscitato un vivo interesse nella nostra società.
Ce lo conferma l’edizione inaugurale di The List - Australia’s Richest 250, una lista completa e approfondita delle 250 persone più ricche d’Australia, pubblicata da The Australian a cura dell’ex direttore del BRW, Business Review Weekly, John Stensholt.
Quello pubblicato qualche settimana fa rappresenta lo studio maggiormente dettagliato e comprensivo sui più ricchi d’Australia: ben 250 di questi ‘paperoni’ sono finiti sotto la lente d’osservazione giornalistica. Tra questi, 96 sono i miliardari e 27 le donne che appaiono nell’elenco, con una ricchezza media stimata attorno al miliardo e 270 milioni di dollari. Il patrimonio totale dei 250 australiani più ricchi, se si potesse sommare in un conto unico, ammonterebbe a quasi 320 miliardi di dollari, circa il 16% del GDP (Prodotto Interno Lordo) dell’Australia nello scorso anno. 
A farla da padrone oggi è il settore immobiliare, con 68 rappresentanti. Molti di questi imprenditori però, prima di approdare a questa tipologia d’investimenti, hanno realizzato le loro fortune nei più svariati settori, da quello minerario ai trasporti.
A guardare tutti dall’alto in basso in questa edizione inaugurale della ‘lista’ c’è Anthony Pratt, magnate del settore manifatturiero con interessi in Australia e Stati Uniti, con un patrimonio dichiarato di 13.14 miliardi di dollari, ‘appena’ superiore a quello di un nome forse ancora più noto al pubblico generale, Gina Rinehart, regina del settore minerario. Nell’elenco anche una larga rappresentanza di australiani di origine italiana.
Circa una ventina di imprenditori e personalità di spicco del mondo degli affari di origine italiana sono tra le prime 250 posizioni della patinata rivista pubblicata da The Australian, a testimonianza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dell’apporto fondamentale che la nostra comunità negli anni ha offerto, e oggi ancora continua a offrire, alla crescita economica dell’Australia.
Da Paul Salteri (e famiglia), che grazie a un ampio portafoglio di investimenti diversificati si piazza al 40esimo posto, con 1.84 miliardi di dollari, ai fratelli Casella – Giuseppe, John e Marcello – qualche posizione più in basso, proprietari di una delle maggiori compagnie di produzione ed esportazione (soprattutto negli Stati Uniti) di vini d’Australia. 
Altro nome particolarmente noto della lista degli italo-australiani è quello di Mario Verrocchi, chief executive della catena My Chemist Retail Group (con 300 negozi in tutta Australia e un piano di espansione in Cina e negli Stati Uniti) che con un patrimonio di 1.47 miliardi di dollari si piazza al 58esimo posto. Alla 62esima postazione c’è Sam Tarascio, presidente di Salta Properties, con un patrimonio di 1.38 miliardi. Seguono alla 101 e 102esima posizione i fratelli Raymond e Rhonda Barro, la cui somma dei patrimoni ammonta a 916 milioni di dollari, che hanno creato la loro fortuna nel settore dell’edilizia. Nello stesso settore di attività, si colloca al 152esimo posto Bruno Grollo, proprietario della Grocon e un po’ più in basso nella lista il fratello Rino (190esimo) con la moglie Diana, proprietari e fondatori della Grollo Group.
Spazio, al posto 220 e 221 nella lista, anche per i fratelli Joe e Tony Schiavello, a capo di Schiavello Group, storico brand di famiglia avviato Tony che, arrivato in Australia negli anni ‘50, ha sviluppato un’importante attività nel settore dell’arredamento per uffici, che oggi è diventata una solida azienda con più di milletrecento dipendenti.
Un elenco, quello di The List, che ci aiuta a scoprire storie, carriere e tendenze attuali riguardanti la creazione (e il mantenimento) della ricchezza economica in Australia, perché come usava dire David Lee Roth, cantante dei Van Halen: “i soldi non comprano la felicità, ma possono darti uno yacht grande abbastanza da farti sentire quasi felice”.
ANDREA BONANNO