NOVELLARA (Reggio Emilia) - L’idea del parroco novellarese, don Giordano Goccini, di un incontro in chiesa con i candidati delle cinque liste impegnate nella competizione elettorale per il voto comunale di fine maggio, aveva sollevato parecchie polemiche: sia per il voler portare al centro dell’attenzione, davanti all’altare di una chiesa, l’espressione della politica, sia perché ci sono disposizioni che, in teoria, non consentono questa pratica nella chiesa emiliano-romagnola.La gente a Novellara si era divisa tra favorevoli e contrari all’idea di portare la testimonianze di candidati politici in chiesa.
E così, al termine della messa nel giorno del patrono San Cassiano, dopo aver parlato del futuro del mondo e dell’importanza di servire gli altri, don Giordano ha chiamato davanti all’altare i cinque candidati delle cinque liste in campo, tutti impegnati in parrocchia: Angela Tagliavini e Giovanni Mulè, candidati sindaci, oltre ai candidati consiglieri Ivo Germani, Giordano Lusuardi e Alberto Razzini.
E invece delle parole, don Goccini ha deciso di manifestare dei gesti. Ha indossato un grembiule e ha compiuto il gesto della lavanda dei piedi ai cinque candidati, come segno di servizio verso gli altri. Un gesto inatteso, un “colpo di teatro” che ha trovato certamente commenti positivi ma, inevitabilmente, anche qualche critica. Ma almeno il parroco ha evitato che delle parole d’amore, come lui stesso ha dichiarato, potessero trasformarsi in… veleno.
Poi la messa è finita. E la gente è andata in pace. O almeno si spera.