SYDNEY – Il premier del New South Wales, Chris Minns, ha esortato ad attuare il prima possibile un divieto per gli adolescenti di utilizzare i social media, evidenziando la necessità di imporre limiti di età per l'accesso a quelle piattaforme, soprattutto per i minori di 16 anni. “Vorrei che (il divieto) fosse introdotto il prima possibile... ritengo che, dobbiamo subito mettere dei paletti ben precisi , ha dichiarato il premier in vista di un vertice di due giorni organizzato insieme al governo del South Australia per affrontare le problematiche legate ai social media.

Secondo Minns, l’uso diffuso dei social media da parte dei giovani rappresenta "un esperimento globale non regolamentato", ed è giunto il momento per l'Australia di intervenire per limitare questa tendenza. La sua presa di posizione giunge proprio mentre il primo ministro Anthony Albanese, ha scritto ai leader statali e dei Territori per sondare il loro parere su come potrebbe essere implementato un divieto d’accesso ai social media n base all’età.

Nella sua lettera, Albanese ha chiesto ai premier e ai Chief Minister di esprimere una preferenza sul limite d'età da introdurre e su come potrebbe essere integrato il consenso dei genitori. Inoltre, è stata posta la domanda se i giovani con account di social media esistenti dovrebbero essere esentati da un eventuale divieto.

Chris Minns si è espresso pubblicamente per un divieto a partire dai 16 anni, ma ha sottolineato l'importanza di un approccio uniforme a livello nazionale. Minns ha anche specificato che spetterà alle aziende che gestiscono i social media di garantire che siano in atto delle restrizioni adeguate.

Durante un'intervista con Sky News, Minns ha discusso di possibili sanzioni per le grandi aziende tecnologiche: "È perfettamente inutile imporre restrizioni se poi queste stesse norme vengono sistematicamente violate dalle principali aziende dei social media". Ha poi aggiunto: "Penso che sia giunto il momento per l'Australia di assumere un ruolo di leader nella regolamentazione dei social media".

La posizione di Minns è supportata dai risultati di un'indagine a livello statale, condotta dal governo del New South Wales tra l'11 agosto e il 15 settembre 2024, che ha coinvolto oltre 21.000 partecipanti tramite la piattaforma “Have Your Say”. Si tratta del maggior numero di risposte ricevute dalla piattaforma per una  consultazione pubblica. L'indagine ha rivelato che l'87% degli intervistati è favorevole all'implementazione di limiti di età per l'uso dei social media, con i 16 anni indicati come l'età minima più suggerita. Tra i genitori, questa preoccupazione è ancora più forte: il 91% di coloro con figli tra i 5 e i 17 anni sostiene l'introduzione di limiti di età.

Dai risultati emerge una crescente preoccupazione per il tempo che i giovani trascorrono sui social media. I ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni passano in media più di tre ore al giorno sui social, una tendenza che inizia già tra i 10 e i 12 anni, dove il 70% dei bambini utilizza social media, con un aumento costante con l'età.

In particolare, il 35% dei genitori di ragazzi tra i 13 e i 15 anni, specialmente nelle famiglie monoparentali, ha dichiarato che l'uso dei social media ha un impatto "negativo" o "molto negativo" sulla vita dei loro figli. Le principali preoccupazioni includono il tempo eccessivo trascorso davanti allo schermo. Anche i giovani stessi hanno espresso preoccupazione: il 66% dei ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni ha affermato che i social media li distraggono da compiti essenziali come lo studio e le attività familiari.

Le preoccupazioni più frequentemente menzionate nella consultazione riguardano i "rischi per la sicurezza informatica", "l'esposizione a contenuti dannosi" e "l'effetto dell'uso dei social media sul comportamento dei bambini". 

I dati raccolti attraverso l’indagine avranno un ruolo cruciale nelle discussioni del prossimo vertice sui social media, il primo evento di questo tipo ad essere organizzato dai governi di due Stati. Il summit si svolgerà a Sydney e Adelaide a partire da giovedì, e vedrà la partecipazione di esperti, politici, giovani e voci della comunità per discutere strategie che affrontino gli impatti negativi dei social media, promuovendo un futuro digitale più positivo.