SYDNEY - Il Federation Council della Riverina ha votato per rimuovere le bandiere Aboriginal e Torres Strait Islander dalle sale consiliari e dai pennoni pubblici, introducendo inoltre un sistema di autorizzazioni per i Welcome to Country durante gli eventi ufficiali.

La decisione, approvata per cinque voti a quattro, è stata giustificata dal sindaco Cheryl Cook come risposta a un anno di consultazioni con cittadini che chiedevano un ritorno a uno spazio istituzionale “civico e neutrale”.

Le bandiere indigene continueranno a essere esposte solo durante la NAIDOC Week e la Reconciliation Week, ma non più in modo permanente nelle sedi di Urana e Corowa né nelle altre strutture comunali. I Welcome to Country – cerimonie che riconoscono il legame tradizionale fra i popoli First Nations e la terra – richiederanno ora un’approvazione formale del consiglio per essere inseriti in eventi pubblici.

Alcuni consiglieri hanno espresso timori che la scelta possa essere interpretata come un segnale di esclusione, osservando che la presenza delle bandiere in contesti ufficiali è stata in molti luoghi considerata un atto di riconoscimento culturale e storico delle comunità indigene. In più occasioni, campagne civiche hanno sottolineato il valore simbolico di questi emblemi, evidenziando la loro funzione nel rendere visibile una presenza culturale radicata ben prima della colonizzazione.

Tra le reazioni emerse, diverse voci hanno osservato che le bandiere non rappresentano “quote di popolazione”, ma un riconoscimento formale della storia e dei diritti delle comunità originarie. Alcuni commentatori hanno inoltre ricordato che la scelta di esporre questi simboli su edifici governativi era stata accolta come un passo necessario per promuovere inclusione e sicurezza culturale, soprattutto per le nuove generazioni.

Organizzazioni esperte di araldica e simboli ufficiali hanno sottolineato che, pur essendo relativamente recenti, le bandiere Aboriginal e Torres Strait Islander hanno un valore riconosciuto e dovrebbero essere trattate come rappresentazioni importanti dei popoli First Nations. Alcuni esperti hanno anche richiamato esempi internazionali, come la coesistenza di bandiere ufficiali e indigene in Paesi sudamericani, per ribadire che tali simboli possono convivere senza compromettere la neutralità delle istituzioni.

Il dibattito rimane acceso e il consiglio dovrà ora gestire le implicazioni di una scelta che, pur presentata come un ritorno alla neutralità, è percepita da molti come una riduzione della visibilità e del riconoscimento delle comunità indigene all’interno della vita civica.