CANBERRA – Prima della fine dell’anno entrerà in vigore in Australia una nuova serie di codici per i contenuti soggetti a restrizioni d’età, imponendo obblighi più stringenti ai servizi online per proteggere i minori da materiale inappropriato.

I motori di ricerca come Google e Bing dovranno sfocare automaticamente le immagini pornografiche nei risultati, mentre ricerche legate a suicidio, autolesionismo o disturbi alimentari attiveranno un reindirizzamento immediato verso servizi di sostegno psicologico.

Le regole coinvolgeranno anche app store, social network, servizi di pornografia online e piattaforme di intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo, spiega la commissaria eSafety Julie Inman Grant, è ridurre l’esposizione involontaria dei più giovani a contenuti che non sono in grado di comprendere o contestualizzare. Una ricerca del 2022 mostrava che un terzo dei ragazzi australiani entra in contatto con pornografia prima dei 13 anni, spesso per caso, descrivendo l’esperienza come “scioccante” e “indesiderata”.

Inman Grant ha sottolineato che la misura sui motori di ricerca è un’estensione di strumenti già esistenti, come le modalità di ricerca sicura, e che gli adulti potranno comunque visualizzare i contenuti tramite un semplice clic. Molto più rilevante, ha specificato, sarà l’introduzione di reindirizzamenti automatici verso servizi di emergenza psicologica quando un utente cerca informazioni su atti autolesivi: un intervento definito “cruciale” per evitare che persone vulnerabili finiscano in percorsi online potenzialmente letali.

Le nuove norme non introdurranno alcun obbligo di registrazione per effettuare ricerche sul web, né prevedono notifiche al governo sulle attività degli utenti. “Queste storie fanno clickbait, ma sono false”, ha detto Inman Grant, aggiungendo che si tratta di misure di buon senso che molti si sarebbero aspettati fossero già operative.

I codici operano separatamente dal nuovo divieto per gli under 16 di possedere account sui principali social, in vigore dal 10 dicembre. Meta ha già iniziato a rimuovere circa mezzo milione di profili appartenenti a minori identificati dalle sue procedure di verifica dell’età.

Gli Young Nationals, divisione giovanile del Partito nazionale,  hanno chiesto di cancellare il divieto, sostenendo che crei una falsa percezione di sicurezza, ma il governo rimane determinato. Meta, dal canto suo, ha assicurato che i minori potranno scaricare i propri contenuti e riattivare gli account al compimento dei 16 anni.