ROMA - Niente Cortina Sliding Centre e per la prima volta in 102 di storia Giochi olimpici invernali in due Paesi. Da Mumbai, dove era in programma la sessione del Cio, arriva una notizia spiazzante: le gare di bob, skeleton e slittino di Milano-Cortina 2026 si terranno fuori dall’Italia.
A darne l’annuncio davanti ai delegati è Giovanni Malagò, presidente Coni ma in India anche e soprattutto nella veste di massimo dirigente della Fondazione Milano-Cortina.
“Il drammatico scenario internazionale degli ultimi anni ha portato a una riflessione obbligata sulle risorse originariamente stanziate dal Governo italiano come investimento per questo impianto - sono state le parole di Malagò su quella che doveva essere la sede di bob, skeleton e slittino - E la capacità di attrarre alcune imprese edili, capaci di realizzare un progetto complesso come lo Sliding Centre, non ha prodotto molti risultati.
Due giorni fa il Governo ci ha informato di considerare l’opzione migliore e più sostenibile quella di non realizzare il Cortina Sliding Centre e spostare le gare in un impianto già esistente e funzionante.
Di conseguenza, Milano-Cortina 2026 deve individuare un’altra sede fuori dall’Italia. Stiamo già lavorando per esplorare tutte le possibili soluzioni e alternative insieme al Cio e alle Federazioni Internazionali, prima di sottoporre la scelta al nostro board per l’approvazione definitiva”.
E pensare che poco meno di un anno fa veniva convocata la Conferenza di servizi decisoria per l’esame e l’approvazione del progetto definitivo del nuovo Sliding Centre di Cortina d’Ampezzo che prevedeva la riqualificazione della pista “Eugenio Monti”.
Un passo che invitava all’ottimismo sull’impianto già utilizzato per l’edizione del 1956 a Cortina, con l’avvio poi dei lavori di demolizione a febbraio che sembrava quasi rassicurare tutti sul prosieguo dell’iter.
Ma col passare dei mesi non si è trovata una soluzione: la procedura per l’affidamento dei lavori non ha dato i frutti sperati e si è arrivati così alla sofferta decisione di mettere definitivamente da parte il progetto, con la benedizione dello stesso Cio che per bocca di Kristin Kloster, presidente della Commissione di coordinamento per Milano-Cortina, parla di scelta “responsabile”, in linea con le direttive dall’Agenda 2020 “secondo cui non dovrebbero essere costruiti impianti permanenti se per essi non esiste un concreto piano in termini di legacy”.
E se sul resto dell’organizzazione prevale la fiducia (“L’Italia è pronta a presentarsi al meglio delle sue capacità”, ha garantito Malagò), sullo Sliding Centre divampano le polemiche.
Da un lato c’è chi sottolinea la necessità di contenere i costi e non fare sprechi, come il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (“dobbiamo stare molto attenti alle risorse pubbliche, le cattedrali nel deserto non servono”) o il sindaco di Milano, Beppe Sala: “Obiettivamente non è contemporaneo spendere così tanti soldi per un’opera che poi non viene utilizzata. Credo che sia una decisione giusta trovare un’altra alternativa”.
E il primo cittadino di Milano sposa l’opzione St.Moritz (“a noi andrebbe molto bene come sistema perché fa risparmiare”) anche se non è da escludere a questo punto che possa rientrare in gioco l’ipotesi Innsbruck, autocandidatasi lo scorso agosto col budello di Igls.
Ma non tutti sono d’accordo, anzi. Mentre il governatore Luca Zaia reclama già altre gare per il suo Veneto in ‘sostituzione’, Fabrizio Ricca, assessore allo Sport della Regione Piemonte, parla di decisione “insensata.
L’opzione di un bob svolto in Piemonte è l’unica che garantirebbe l’integrità di Giochi Olimpici interamente italiani”. Delusa anche la Fisi: “Siamo sgomenti - commenta il presidente federale Flavio Roda - Ci mancherà un pezzo di storia, la pista di Cortina avrebbe rappresentato l’occasione ideale per rilanciare movimenti che hanno regalato gloria e popolarità allo sport italiano, verranno meno le basi per costruire gli atleti del futuro”.