ADELAIDE – Gli insegnanti di lingua conoscono meglio degli altri che le difficoltà da affrontare nella loro professione non riguardano solo l’ordinaria routine del preparare le lezioni, cercare di farsi ascoltare in classe, correggere i compiti.

Gli insegnanti di lingua conoscono la fatica di dover costantemente coinvolgere gli studenti, rendere le lezioni divertenti, interessanti, rilevanti e, contemporaneamente, convincere le famiglie dell’importanza di studiare una seconda lingua. 

Olivia Esposito non fa eccezione, nel perenne equilibrismo che richiede trasmettere la passione per la propria materia con competenza e farlo nel modo più interessante possibile.

“Per questa ragione cerco di portare spesso i ragazzi fuori dalla classe, organizzando delle gite. Recentemente, ad esempio, abbiamo partecipato a una lezione di cucina organizzata da una scuola gestita da delle persone migrate dalla Sicilia, che ci hanno insegnato a fare le busiate (ndr, un tipo di pasta di semola di grano duro, tipico della zona di Trapani)”, ha raccontato Esposito.

Interagire con la comunità italiana della zona vicino alla scuola è un altro modo che l’insegnante applica, particolarmente efficace per “creare un senso di collettività e far capire che non serve necessariamente andare in Italia per parlare la lingua”; basta infatti volerlo e si può fare pratica entrando in gelateria, in un bar o ristorante.

“Puntiamo sulle esperienze culturali e sul portare gli studenti fuori dalla classe per capire come si usa l’italiano nel mondo reale”, ha sottolineato ancora Esposito.

Quando invece si rimane in aula, la musica è un’ottima alleata, come ha spiegato l’insegnante: “Usiamo spesso la musica italiana: dal Festival di Sanremo, ad esempio, una canzone che è piaciuta molto è stata Tuta Gold di Mahmood, su cui abbiamo anche creato una coreografia. E Sarà perché ti amo è un’altra canzone amatissima, anche perché legata al calcio. I tifosi milanisti a San Siro la cantano tutti insieme, e la Seria A è molto seguita ad Adelaide, soprattutto dai ragazzi di origini italiane; quindi anche questo è un argomento di cui parliamo spesso in classe”.

La scuola è poi riuscita a organizzare un viaggio culturale in Italia e Germania per gli studenti senior di italiano e storia, grazie al quale hanno potuto visitare Roma, Orvieto, Napoli e Pompei prima di visitare la Germania. Un’esperienza che ha motivato molto.

“E, anche se al momento organizziamo solo gite culturali, l’obiettivo sarebbe quello di organizzare uno scambio con un istituto italiano, anche per ospitare un gruppo di studenti italiani al St Michael’s College”, ha chiarito Olivia Esposito, prima di aggiungere che comunque in classe non manca lo studio della grammatica.

“Tutte le lezioni prevedono un po’ di studio delle regole grammaticali: magari vediamo alcuni spezzoni di un film dove usano un particolare tempo verbale e ne parliamo, oppure guardiamo dei video su YouTube. Poi utilizziamo l’approccio di Gianfranco Conti, il mio asso nella manica - ha confessato l’insegnante -. Tutti gli studenti hanno delle lavagnette su cui scrivono, ma la cosa più importante dal mio punto di vista è la parte orale. Più che leggere o scrivere io li faccio parlare”.

La sua esperienza di sette anni passati alla scuola ha dimostrato a Olivia Esposito, che è anche la key teacher di italiano, che insegnare utilizzando un approccio divertente invita i ragazzi a proseguire nello studio dell’italiano. Una lingua con cui è entrata in contatto solo durante la sua carriera scolastica, nonostante i suoi nonni, sia materni sia paterni, fossero di origine italiana.

Dopo una laurea triennale in Languages and Intercultural Communication, Esposito ha proseguito laureandosi in Lingue - inglese, italiano e francese - prima di trascorrere due anni all’Università degli Studi di Bergamo, grazie a uno scambio universitario.

Un periodo, durante il quale ha studiato alla facoltà di Letteratura straniera e Lingue, che l’ha cambiata profondamente e durante il quale ha anche capito di voler insegnare italiano. Al suo rientro in Australia si è quindi iscritta a un Master of Teaching per poter perseguire il suo desiderio.

“A Bergamo mi sono immersa nella lingua, ho condiviso una casa con italiani e ho in questo modo migliorato molto la lingua, ma anche realizzato il sogno di vivere all’estero e scoprire un’altra cultura, avere occhi nuovi per guardare il mondo”.