FIRENZE - La Conference League sfiorata, un ottavo posto in campionato e tanti rimpianti. Lo status di amarezza che si avverte tra i campi d'allenamento del Viola Park non è di portata indifferente. Il bilancio stagionale di un’annata con qualche delusione di troppo come quella della Fiorentina non è pero tutto negativo.
Ne è convinto Daniele Pradé, direttore sportivo del club viola che in occasione dell’incontro stampa tenuto insieme al direttore generale, Alessandro Ferrari, ha tracciato la via della nuova stagione sportiva analizzando passi falsi e aspetti positivi dell'anno sportivo appena concluso.
Nel farlo, il ds dei toscani ha aperto le porte sul futuro della squadra, chiudendo di fatto la gestione di Vincenzo Italiano e ufficializzando l'arrivo di Raffaele Palladino sulla panchina della Fiorentina.
“Sono felice di essere nell'ambiente Fiorentina - ha detto l'ormai ex allenatore del Monza in apertura -, so di rappresentare un club glorioso e con una grande storia, oltre ad essere in una società molto importante. Darò tutto me stesso per la Fiorentina, cercando di raggiungere grandi obiettivi e dando gioia a dei tifosi incredibili che da sempre mi colpiscono per l'appartenenza a questi colori”.
Così il nuovo allenatore della Viola - alla firma di un contratto biennale con opzione per il terzo anno -, che incarna un tipo di percorso ben preciso a livello di identità e idee che la Fiorentina vuole perseguire nell'apertura di un nuovo ciclo tecnico, come anche sottolineato successivamente dallo stesso Pradé: “Di Palladino ci ha colpito l’ambizione - ha messo in evidenza il direttore sportivo dei toscani -, ha davvero il fuoco dentro, lo stesso che abbiamo noi come dirigenza in questo momento. Ci vorrà del tempo per metabolizzare la sconfitta in Conference League, ma un nuovo passaggio come quello del cambio di allenatore ci darà nuova energia. La sua identità Palladino ce l’ha espressa immediatamente - ha proseguito Pradé -. Oltre all'ambizione, noi vogliamo ripartire dalle sue idee, che sono consolidate e radicate. Quando abbiamo preso Italiano la Fiorentina non aveva ancora un'identità, mentre adesso siamo un club conosciuto in tutta Europa, con il miglior bilancio in Italia, seppur quest’ultima cosa non sia ovviamente garanzia di risultati”.
Ambizione, identità e idee, queste alcune tra le colonne portanti della nuova Fiorentina, modello da seguire in quanto a strutture come il Viola Park, centro d’allenamento avveniristico che “è al centro della nostra società”, ha detto il direttore generale Ferrari.
Proprio in merito alle strutture del club, cruciale la questione legata agli ormai prossimi lavori di ristrutturazione previsti per lo stadio Comunale Artemio Franchi, concordati dalla Fiorentina con l’autorità locale durante il mese di aprile, ma adesso sotto osservazione da parte dello stesso club viola per la mancanza di fondi a sostegno della cantierizzazione: “Sullo stadio abbiamo sentito e letto tanto - ha proseguito Ferrari -. Manderemo una comunicazione al comune di Firenze nella giornata di domani, chiedendo di non iniziare i lavori al Franchi dato che manca parte della copertura finanziaria. Abbiamo bisogno di poterci organizzare e la nostra visione sul Franchi per adesso non supera l'anno. Faremo tutto il possibile per limitare al massimo situazioni che crediamo possano recarci solo danni, considerando anche - ha specificato - il centenario del club che avverrà nel 2026 e che questa società non vuole vivere in mezzo alle gru”.
A conferenza stampa conclusa il Comune di Firenze fa sapere che - se riceveranno questa nuova lettera in cui il club viola chiede di fermare i lavori di restyling del Franchi “la leggeranno con calma e attenzione, tenuto conto che il Comune è in amministrazione ordinaria in quanto ci sono le elezioni. Si ricorda però che a fine aprile è stata firmata dalla Fiorentina una convenzione che prevede l’avvio dei lavori e la cantierizzazione”.
Ma la nuova Fiorentina ripartirà, oltre che da un nuovo allenatore - con Roberto Goretti annunciato nel ruolo di neo direttore tecnico - anche dal mercato estivo, con diversi investimenti mirati a potenziare la rosa a disposizione di Palladino: "Comprare i giocatori significa avere delle idee giuste. Non possiamo sempre chiedere soldi alla proprietà, quando si fa mercato bisogna ragionare su logiche economiche e finanziarie. Ma se ci saranno delle situazioni da aggredire, come quella del centravanti, lo faremo. Cerchiamo un grande centravanti, forse è stata anche colpa mia non aver sostituito bene Vlahovic. Nonostante tutti i giocatori passati da Firenze come Jovic, Cabral e altri abbiano fatto bene, sicuramente un grande numero 9 rappresenta il nostro obiettivo di mercato. A gennaio - ha rivelato Pradé - abbiamo puntato fortemente solo un calciatore (Gudmundsson), trattato a lungo con la società (Genoa) che poi ha deciso di non farlo partire.
Oltre a Gudmundsson, un altro giocatore che ci interessava fortemente era Zaccagni, ma la trattativa con la Lazio era impossibile da mettere in piedi. Le ambizioni sono quelle di migliorarci - ha concluso Pradé -, perché l'ottavo posto raggiunto è molto amaro visti i distacchi e i punti lasciati per strada".