STOCCOLMA – Usa e Cina continuano il loro dialogo accidentato sul commercio. Al termine della due giorni di negoziati nella quiete di Stoccolma, in Svezia, le parti hanno concordato sugli sforzi per “continuare a premere per proseguire la tregua” sui dazi, ha affermato il rappresentante cinese per il Commercio internazionale Li Chenggang, giudicando i colloqui “franchi, costruttivi e approfonditi”.
“Abbiamo esaminato l’attuazione del consenso raggiunto a Ginevra”, ha affermato Li, assicurando che le parti hanno avuto un’ampia discussione sulle vicende macroeconomiche e che continueranno a “mantenere le comunicazioni” aperte.
Li, che è il rappresentante cinese per il Commercio internazionale presso il ministero del Commercio di cui è anche viceministro, ha aggiunto che “entrambe le parti sono pienamente consapevoli dell’importanza di salvaguardare relazioni economiche stabili e solide tra Cina e Stati Uniti”. A tal proposito, a Stoccolma ci sono stati “scambi sinceri sulle principali preoccupazioni commerciali ed economiche reciproche”.
Nell’ultimo giorno e mezzo, più in generale, le due parti “hanno esaminato l’attuazione degli accordi di Ginevra e di Londra e hanno pienamente confermato i progressi compiuti”, ha proseguito il funzionario cinese, per il quale le parti “condurranno scambi tempestivi su questioni commerciali ed economiche e continueranno a promuovere lo sviluppo stabile e sano delle relazioni economiche e commerciali bilaterali”.
Mentre il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha chiarito che per l’estensione della tregua “è necessario prima parlarne” con il presidente Donald Trump, ventilando in caso di diniego, dopo la scadenza del 12 agosto, un ritorno dei dazi al livello del “2 aprile o altro”. Il tycoon, intanto, a stretto giro ha riferito di aver parlato con Bessent e di aver appreso che “c’è stato un ottimo incontro con il team cinese per il commercio”, parlando a bordo dell’Air Force One, in volo dalla Scozia e diretto a Washington.
Anche perché, come mai avvenuto finora, il segretario al Tesoro ha scandito in conferenza stampa che adesso “abbiamo una comprensione molto più chiara dell’agenda cinese”, anticipando come “probabile” un nuovo incontro entro i prossimi 90 giorni con la parte cinese, verso cui ha espresso tutto il disappunto americano per gli acquisti da parte di Pechino del “90 del petrolio iraniano”.
Sul greggio russo, invece, “ho anche detto alle nostre controparti che in base alla legislazione americana sui dazi secondari, la Cina potrebbe affrontare tariffe elevate se continua ad acquistarlo”, ha precisato il segretario al Tesoro.
Restano, comunque, irrisolti tutti i punti strutturali: gli squilibri globali della Cina “sono insostenibili, altre economie in via di sviluppo alzeranno le barriere dei dazi”, perché “il Sud globale non può più assorbire la produzione in eccesso cinese”, ha ammonito Bessent.