Se n’è andato anche Peppino Gagliardi. Aveva 83 anni ed era cantante, autore, musicista napoletano molto noto negli anni ‘60 e soprattutto nei ’70 del secolo scorso. Fu il suo periodo d’oro, denso di partecipazioni a manifestazioni musicali di grande impatto, come il Festival di Sanremo, e a popolari trasmissioni televisive dell’epoca, come Canzonissima.

Nato nel popolare quartiere Vasto di Napoli il 25 maggio del 1940, Gagliardi si era avvicinato alla musica fin da bambino iniziando a suonare la fisarmonica già dall’età di 13 anni, quando suonava ai matrimoni e alle feste di piazza. Passò poi alla chitarra e al pianoforte, man mano guadagnandosi una notorietà nazionale. Durante la sua lunga carriera, partecipò a numerosi Festival di Napoli e cinque Festival di Sanremo, dove guadagnò due secondi posti. Tra i suoi brani più famosi “Settembre” del 1970, “Gocce di Mare”, “Ti amo così”, “Sempre sempre” , “Come le viole” e “Come un ragazzino”.

La caratteristica principale di Gagliardi era sicuramente la timbrica vocale molto particolare e dalla sonorità pastosa. Pur accostato ad altri cantanti famosi del periodo, definiti di “scuola melodica”, come Nicola Di Bari e Peppino di Capri, il suo modo di cantare e approccio musicale è stato sempre molto diverso, anche in considerazione delle sue particolari doti di polistrumentista (chitarra, pianoforte e soprattutto, come detto, fisarmonica). Nel periodo di estremo successo (1970-1974), è stato più volte definito come il “divo dall’amore nervoso”, per il suo modo di interpretare in modo intimistico e passionale qualsiasi brano del suo repertorio, sempre caratterizzato da una sofferenza sentimentale di fondo.

Sicuramente importante è stato l’influsso degli artisti francesi, Charles Aznavour su tutti, almeno per ciò che riguarda l’interpretazione, mentre il Gagliardi musicista ha trovato invece il giusto equilibrio con la stesura di brani che miscelano, in modo perfetto, la tradizione della musica classica con quella popolare napoletana, incentrando la musicalità in dei refrain molto orecchiabili ma mai scontati e sempre molto elaborati. Molto importanti sono state anche le realizzazioni, sempre molto curate e raffinate, con la scelta, da sempre, di lavorare con musicisti e strumentisti di estremo valore, gli unici capaci di dare sempre qualcosa di più al brano.

Brani che sintetizzano oggettivamente le doti e le peculiarità del musicista sono: “T’amo e t’amerò” e “Ascolta mio Dio”, per l’indubbia rottura verso i modi interpretativi dell’epoca, “Gocce di mare”, ballata melodica stile primi anni Settanta, “La ballata dell’uomo in più”, per l’eleganza di musica e testo, “A soffrire sarò io”, per le indiscutibili doti interpretative e per finire l’intero album “Quanno figlieto chiagne e vò cantà.....”, prodotto di assoluto valore storico-artistico in cui le doti musicali, autorali e interpretative vengono sicuramente racchiuse.

Numerosi gli attestati di stima anche da parte di artisti di spessore internazionale, come gli ABBA, che in una intervista alla rivista italiana Panorama nel 2010 dichiararono, nello specifico Benny Andersson, di essersi ispirati molto anche alla musica melodica italiana fine anni ‘70 e inizi anni ‘80, citando nello specifico Peppino Gagliardi, come autore e interprete. Nel corso di molte interviste, inoltre, la pop star dei giorni nostri Alvaro Soler ha menzionato più volte Gagliardi, quale uno dei cantanti e autori italiani preferiti.