Il quarto scudetto del Napoli non ha niente di casuale: stavolta San Gennaro non c’entra. Innanzi tutto, per la scelta del presidente De Laurentiis che ha voluto fortissimamente Conte dopo il precedente disastroso turn-over in panchina. Eppoi, per il lavoro compiuto dal tecnico salentino che già in estate aveva vinto una partita importante convincendo Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa e Kvaratskhelia a rimanere in riva al Golfo. Anche se l’ucraino, nella finestra invernale di mercato, ha ceduto alle lusinghe del Paris Saint Germain con cui finora s’è affermato in campionato e nella coppa di Francia. Preziose infine le intuizioni del ds Manna, arrivato dalla Juventus, che fra gli altri ha ingaggiato il 28enne McTominay, sfuggito incredibilmente alle maglie del Manchester United.
Ma il tecnico, alla quinta affermazione in campionato con tre squadre diverse, sbaglia a parlare di miracolo perché così sminuisce il valore dei giocatori che hanno avuto il merito di rispondere alle sue continue e ossessive sollecitazioni con un rendimento superiore al 100%. Di questi la mia personale sottolineatura va a Lukaku. Il belga, oltre ad aver posto il sigillo sull’affermazione finale con il secondo gol al Cagliari, ha giocato meravigliosamente e generosamente di squadra, spesso spalle alla porta, badando alle fortune del collettivo piuttosto che a quelle personali. Se McTominay ha firmato 12 gol in 34 incontri (contro i 19 nelle 179 gare con lo United), lo deve anche al compagno di squadra che gli ha aperto varchi in continuazione a centro area. Formidabile l’apporto degli altri due centrocampisti: Lobotka, al quale Conte ha affidato le chiavi del gioco, ed Anguissa, interno a tutto campo, purtroppo gradito a tanti club di Inghilterra, Germania e Paesi Arabi. Encomiabili tuti gli altri.
Fate un cocktail con tutti questi ingredienti e capirete perché la squadra partenopea ha conquistato con pieno merito il secondo scudetto in tre stagioni, impresa riuscita solo a Juventus, Milan e Inter. A chi parla di evento anomalo, ricordo che negli ultimi 15 anni il Napoli ha fatto meglio di tutti i competitor ad eccezione del club bianconero. A significare la sbalorditiva continuità di rendimento portata avanti dal presidente De Laurentiis che forse non è simpatico a molti, ma a che ha conquistato splendidi risultati tenendo il bilancio in linea di galleggiamento senza mai svoltare sul rosso nei conti bancari. A differenza delle tre grandi abituali, alle prese con ricapitalizzazioni enormi o debiti altrettanto pericolosi.
Per il popolo nerazzurro è uno scudetto buttato via o scippato dagli arbitri. Ma l’Inter, contro le grandi, ha conquistato solo 21 punti sui 48 a disposizione: 5 vittorie, 6 pareggi, 5 sconfitte. Troppo poco per lamentarsi. Sabato prossimo, a Monaco di Baviera, il crocevia della gloria, della stagione e del riscatto nella finale di Champions League contro il PS Germain di Donnarumma e Kvara.