FIRENZE - Scorie, veleni, disagio, insieme a gioia e amore, troppo amore. E ancora entusiasmo, responsabilità, rispetto, talento, rimpianti. Sono questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la lettera con la quale Cesare Prandelli ha annunciato le dimissioni da allenatore della Fiorentina. Dimissioni accettate dalla società “comprendendone le ragioni, che vanno oltre il calcio giocato”.

Beppe Iachini è pronto per tornare sulla panchina viola.

“E’ la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme” ha scritto Prandelli, facendo ripercorrere idealmente anche quanto successe ad agosto del 2004 quando si dimise da tecnico della Roma per stare vicino alla moglie malata o, più recentemente, quando si era dimesso da tecnico del Valencia (dicembre 2016).

“Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono” ha scritto Prandelli.

Parole profonde, di una persona probabilmente troppo sensibile rispetto ad una squadra ed una città a cui ha dato e dalla quale ha ricevuto tutto. Da qui il disagio manifestato apertamente dal tecnico di Orzinuovi nella lettera di commiato dal mondo viola.

“In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. E’ probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me” le parole di Prandelli che domenica dopo la sfida casalinga contro il Milan non si era presentato ai microfoni.

Era un ulteriore segnale, preceduto qualche giorno prima da alcune sue parole che oggi risuonano pesanti. Nel post gara di Benevento, in cui la Fiorentina aveva vinto 4-1, Prandelli non è riuscito a nascondere il suo malessere.

“Sono molto stanco, abbastanza vuoto dentro, felicissimo per i giocatori e la società, ma sono stanco” le sue parole che oggi si capiscono ancora meglio. La sua esperienza alla Fiorentina era iniziata il 9 novembre scorso ed è stato un viaggio tra alti e bassi per complessive 23 gare (21 di campionato e 2 di Coppa Italia): bilancio generale 6 vittorie, 6 pari e 11 sconfitte e la squadra al momento fuori dalla zona caldissima per non retrocedere con +7 dal Cagliari terzultimo.

“La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina. Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose” ha proseguito l’ex ct azzurro.

“Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire”.