MELBOURNE – Continua a suscitare polemiche ai più alti livelli della politica federale quanto è avvenuto sabato a Melbourne durante una manifestazione pro-Palestina che si è svolta a Melbourne nel fine settimana. Un gruppo di manifestanti ha sventolato bandiere di Hezbollah e ha mostrato ritratti del defunto leader dell’organizzazione terroristica, Hassan Nasrallah.

La manifestazione, parte di una giornata nazionale di protesta in favore della causa palestinese, ha visto migliaia di persone scendere in piazza a Melbourne, Sydney e in altre città australiane. Mentre la protesta stava volgendo al termine, un piccolo gruppo di individui ha fatto la sua comparsa sventolando bandiere di Hezbollah e inneggiando al suo leader Nasrallah, ucciso venerdì scorso da un attacco aereo israeliano in Libano.

Le autorità hanno rapidamente reagito alla presenza di simboli ritenuti collegati a un’organizzazione terroristica. “Sosteniamo il diritto a protestare pacificamente e abbiamo avuto una presenza visibile alla protesta per garantire la sicurezza pubblica. Verranno fatte le opportune segnalazioni alla polizia federale che è l’ente competente per un reato federale come l’esposizione in pubblico di simboli proibiti”, ha dichiarato un portavoce della Polizia del Victoria.

Gli organizzatori della manifestazione hanno sottolineato che il gruppo che sventolava le bandiere di Hezbollah non aveva alcun legame con i promotori dell’evento, i quali si sono dissociati da qualsiasi forma di violenza o sostegno a gruppi terroristici. La stragrande maggioranza dei partecipanti, secondo gli organizzatori, era presente per esprimere pacificamente la propria solidarietà al popolo palestinese e libanese.

Le manifestazioni in segno di solidarietà con Gaza si sono tenute quasi ogni settimana per gran parte di quest’anno anno. “Stiamo con il Libano, stiamo con la Palestina”, ha detto Omar Hassan, dei Socialisti del Victoria, nel corso della manifestazione di sabato. “Voglio dire che è un giorno buio per il popolo del Medio Oriente, ed è un giorno buio qui a Melbourne... ma ci sono ragioni per essere allegri, ottimisti e pieni di speranza”, ha continuato l’esponente socialista.

Il senatore liberale James Paterson ha definito “allarmante” la presenza delle bandiere di Hezbollah, sottolineando che il gruppo è riconosciuto come organizzazione terroristica in Australia. Paterson ha sollecitato le forze dell'ordine ad agire con decisione e a far rispettare le leggi in merito alla presenza di simboli proibiti.

Il leader dell’opposizione Peter Dutton, dal canto suo, ha dichiarato che il governo dovrebbe già “arrestare persone” che sostengono organizzazioni come Hezbollah o Hamas e annullare i visti di chi glorifica leader terroristici.

Il primo ministro Anthony Albanese ha condannato la presenza di bandiere di Hezbollah durante le manifestazioni, soffermandosi sui rischi legato a “ideologie radicali” importate in Australia. “Abbiamo visto segni preoccupanti nel fine settimana. Non vogliamo che le ideologie radicali e i conflitti vengano importati nel nostro Paese. Il nostro multiculturalismo e la nostra coesione sociale non possono essere dati per scontati,” ha dichiarato Albanese.

Anche il ministro per gli affari interni, Tony Burke, è intervenuto sull’argomento, sottolineando che qualsiasi segnale di supporto a un’organizzazione terroristica “è da condannare senza esitazione” aggiungendo di stare valutando la possibilità di rifiutare o annullare i visti per chiunque sostenga tali organizzazioni.

Nel frattempo, il ministro degli esteri Penny Wong ha ribadito il suo appello ai cittadini australiani di lasciare il Libano il prima possibile, esprimendo preoccupazione per l’aumento della violenza nella regione. Wong, che ha chiesto un cessate il fuoco durante un intervento all’ONU a New York, ha affermato: “La continua ritorsione... non porterà né pace né sicurezza, ed è per questo che l’Australia e altri paesi, compresi Stati Uniti e Regno Unito, hanno chiesto un cessate il fuoco in Libano e l’avvio di sforzi diplomatici per cercare di risolvere questa situazione”.