ROMA - In trenta città italiane migliaia di studenti si sono riversati in piazza per il ‘No Meloni Day’: cartelli, manichini bruciati, foto di ministri imbrattate di rosso e scontri a Torino dove è stato organizzato anche un blitz alla Mole Antonelliana e venti poliziotti sono rimasti feriti.

“Questi violenti squadristi che hanno messo a ferro e fuoco le nostre città, usando la bandiera della Palestina come giustificazione, devono pagare per le loro nefandezze”, ha scritto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, su X.

Anche la premier Giorgia Meloni ha parlato di “scene inaccettabili”, augurandosi che “una certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”.

A Torino, nel corteo partito dalla stazione di Porta Susa, alcune centinaia di manifestanti hanno dato fuoco a un fantoccio con la foto del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, imbrattato bus e diversi monumenti, strappato la bandiera italiana dal Museo del Cinema per sostituirla con quella palestinese. Hanno inoltre ripescato dagli anni ’70 il gesto delle tre dita in alto a simboleggiare la P38. Venti agenti sono rimasti feriti, la maggior parte per lo scoppio di un ordigno rudimentale contenente un gas urticante che ha causato un’intossicazione da cloro.

A Roma il corteo degli studenti ha raggiunto il ministero dell’Istruzione con lo striscione ‘Contro un governo di fascisti e sionisti’, applicando vernice rossa sui cartelli con i volti di Meloni e dei ministri Valditara e Anna Maria Bernini per simboleggiare “le mani sporche di sangue per il genocidio del popolo palestinese”. ‘No Meloni Day’ anche a Milano con lo striscione ‘Studenti in rivolta contro repressione, genocidio e merito’. A Napoli, invece, gli studenti hanno esposto lo striscione ‘Soldi alla scuola e non alla guerra’, lanciando fumogeni.

Il governo ha dichiarato che “non si farà intimidire”: “È desolante pensare che qualche parlamentare, opinionista radical chic, si scandalizzerà perché definisco i facinorosi comunisti ‘zecche rosse’ anziché preoccuparsi dell’aggressione sistematica alle donne e agli uomini in divisa”, ha risposto il vicepremier Matteo Salvini.

La condanna alle violenze è giunta anche dalla segretaria del Pd, Elly Schlein: “Solidarietà e vicinanza agli agenti delle forze dell’ordine feriti. La violenza è intollerabile, così come la strumentalizzazione politica della violenza che non dovrebbe fare nessuno - ha aggiunto -, in particolar modo chi ha responsabilità di governo”.