BRISBANE - Il ministro statale della Sanità, Tim Nicholls, ha annunciato oggi una revisione indipendente sull’uso dei bloccanti della pubertà e delle terapie ormonali per minori affetti da disforia di genere.

In attesa dell’esito della revisione, il governo ha sospeso l’accesso a nuove terapie pediatriche per i pazienti sotto i 18 anni nel sistema pubblico.

I minori già in trattamento – circa 600 – continueranno comunque a ricevere le cure. Chi non può iniziare la terapia ormonale potrà comunque accedere a sostegno psicologico e psichiatrico.

La revisione è stata avviata dopo che il servizio sanitario sessuale di Cairns è stato accusato di aver prescritto bloccanti della pubertà a bambini di 12 anni senza il dovuto sostegno medico o consenso dei genitori.

Un’indagine interna ha rivelato che il servizio di Cairns ha fornito cure non autorizzate a 42 minori, di cui 17 hanno ricevuto bloccanti o terapie ormonali. Sono emersi anche irregolarità nei protocolli medici, nei test diagnostici e nella documentazione del consenso dei pazienti.

“Valutazioni, diagnosi e trattamenti potrebbero non essere stati conformi alle linee guida australiane”, ha dichiarato Nicholls.

Una revisione più ampia sarà condotta a livello statale per valutare l’uso delle terapie ormonali nei minori e introdurre possibili nuove regolamentazioni.

Questo dibattito riflette una preoccupazione globale: nel Regno Unito, una revisione simile ha portato il Servizio Sanitario Nazionale a limitare l’uso di bloccanti della pubertà nei minori.

Nonostante ciò, una revisione indipendente del 2024 ha affermato che in Queensland i bambini con disforia di genere non sono stati sottoposti a terapie senza adeguata valutazione. Inoltre, il sistema sanitario fatica a gestire le lunghe liste d’attesa, che arrivano fino a 577 giorni.