Di Renzo Zanella si è già sentito parlare in queste pagine, così come nella comunità italiana di Melbourne, soprattutto quella veneta. Zanella è una figura storica dell’immigrazione italiana di Melbourne ed è ampiamente riconosciuto per il suo incessante impegno comunitario.

Presidente dell’Associazione Veronesi nel Mondo di Melbourne dal 1989, ha anche portato in Australia feste legate alla tradizione della sua nativa Verona, come quella carnevalesca del ‘Papà dello Gnoco’, e la ‘Festa di Santa Lucia’, tanto cara ai bambini veronesi.

Quello, però, di cui forse non si è parlato tanto è stato del perché, e come, Renzo sia arrivato in Australia, e di tutte quelle emozioni, e paure, provate nel periodo che andava dalla partenza fino al momento in cui si sentì di nuovo a casa. Un pezzo di storia che accomuna un po’ tutti gli emigrati italiani di ogni generazione, e in epoche diverse.

È il 1967 quando Renzo scorge un annuncio di lavoro pubblicato dal quotidiano veronese L’Arena, dove si cercavano idraulici in Australia. In quel periodo, Zanella lavorava proprio come idraulico per la ditta Paini Radiatori, ma la paga mensile bastava appena per arrivare a fine mese per il giovane ventiquattrenne che aveva già una moglie, Ida, e una bambina di quasi due anni, Gabriella. Grazie a convenzioni tra il governo australiano e italiano, che consentivano l’ingresso di emigrati Down Under con il solo obbligo di restarvi per due anni, Renzo e Ida prendono coraggio e decidono di partire. 

La notizia è un grande shock per la loro famiglia, soprattutto per le madri, vedove di guerra. Famiglia, amici e addirittura il datore di lavoro di Renzo provano a farli tornare sui loro passi. Ma Zanella è irremovibile. Inizia dunque la lunga trafila burocratica prima del viaggio e, poi, l’ultimo pranzo in famiglia del 25 dicembre 1968, prima della partenza alla volta del porto di Genova, dove la nave ‘Angelina Lauro’ sarebbe salpata per l’Australia il 28 dicembre. 

Un pranzo di Natale che, ancora a distanza di così tanti anni, Zanella ricorda come “tristissimo”, con le madri di Renzo e Ida in disparte a piangere e “un via vai di parenti e amici che venivano per un ultimo saluto”. 

Ma la mente di Renzo era già oltreoceano. “Ripetevo a mia madre che sarebbero stati solo due anni. Ma una mamma lo sa in cuore suo, e la mia sentiva che sarebbe stato per sempre”, racconta Renzo. Quel Natale è stato anche l’ultimo giorno in cui Ida vede la madre, che sarebbe purtroppo scomparsa dopo un anno e mezzo.

Al porto di Genova, la giovane famiglia viene fatta pernottare in un salone  comune prima della partenza. Ma nel corso delle ultime visite condotte dal personale di servizio, viene scoperto che Gabriella ha la febbre. Ai coniugi Zanella viene purtroppo estorto del denaro in cambio del lasciapassare per la figlia malata. Un triste evento che verrà successivamente riportato al Consolato italiano di Melbourne, dove Renzo apprenderà che, purtroppo, questo genere di estorsione agli immigrati in partenza era pratica molto comune.

Nel corso della traversata oceanica, durata 25 giorni, continuano i problemi: Ida e Gabriella sono separate da Renzo per gran parte della tratta poiché la bambina sta ancora male e deve esser tenuta sotto osservazione nell’infermeria della nave.

Renzo è profondamente preoccupato e scoraggiato: attorno a lui ci sono però compatrioti che aspettano con ansia di raggiungere il nuovo mondo dove ad attenderli ci sono parenti e amici. Per la famiglia Zanella non ci sarebbe stato nessuno. Renzo comincia a dubitare di quella scelta e a pensare che sua madre, dopotutto, aveva ragione.

Gli Zanella arrivano al molo di Port Melbourne il 25 gennaio del 1969, ignari del long weekend dell’Australia Day.

Accompagnati in un centro di accoglienza per immigrati, sono abbandonati a loro stessi, con una figlia malata, per tre giorni, senza riuscire a comunicare una parola d’inglese. “Il paradiso che avevo sognato sembra rivelarsi un inferno”, ricorda Renzo.

Soltanto il martedì successivo, Renzo riesce a parlare con gli interpreti del Centro: purtroppo c’erano solo prospettive di lavoro per braccianti a 400km da Melbourne. I pochi soldi rimasti non erano sufficienti per quello spostamento. 

Lasciato a se stesso, seduto su una panchina sotto il sole battente di metà gennaio, fomentato da un vento caldo secco, quasi da forno, Renzo rimpiange di aver lasciato la madre e la patria. Ma quel vento fastidioso, oltre che alla polvere, fa volare vicino a Renzo una pagina di giornale scritta in italiano. È su quella pagina de Il Globo che Renzo vede un annuncio di lavoro per idraulici. Il destino, ancora una volta, cambia le carte in tavola per gli Zanella, grazie a un annuncio di giornale. 

Una pagina de Il Globo con la famosa sezione degli annunci, grazie alla quale Renzo trovò il lavoro da idraulico pochi giorni dal loro sbarco a Melbourne

Le cose cominciano finalmente a mettersi in moto per la giovane famiglia che però ancora necessita di un alloggio e un aiuto per la piccola Gabriella che, fortunatamente, stava cominciando a sentirsi meglio. 

Sulla strada verso il nuovo lavoro, Renzo conosce un autista di autobus italiano a cui racconta le sue peripezie. L’autista gentilmente offre una sistemazione agli Zanella, nella baracca dove erano soliti far dormire i cani. Dietro quella gentilezza, però, si cela qualcosa di preoccupante. La piccola Gabriella viene lasciata alle cure della famiglia che li ospita una volta che Ida trova un impiego. Dopo qualche settimana, Renzo e Ida si accorgono che purtroppo la piccola veniva lasciata sola in quella baracca di lamiere esposta a temperature estive elevate. La goccia che fa traboccare il vaso è quando la bambina esclama: “Papà, signore botte (picchia)”. Gli Zanella abbandonano l’alloggio in fretta e furia. 

Fortunatamente, un collega di lavoro presenta a Renzo un agente immobiliare istriano, che lo invita a prender un mutuo dalla banca e comprare una casa. 

“Così, dopo solo 40 giorni dal nostro sbarco, ci siamo comprati una dimora!  – aggiunge Renzo –. Scrissi subito a mia mamma, ma non mi credeva. Le ho dovuto spedire una foto della casa!”.

Oggi, i coniugi Zanella vantano una famiglia allargata, con nipoti e pronipoti, insieme ogni mercoledì sera per una speciale cena, carica di affetto.