MOSCA – Citando tre funzionari statunitensi, il New York Times ha rivelato che il 12 luglio scorso il ministro della Difesa russo Andriy Belousov avrebbe contattato il capo del Pentagono, Lloyd Austin, per chiedergli chiarimenti su “operazione segreta” ucraina contro la Russia.

Dal Cremlino si riteneva che l’operazione avesse il benestare degli americani e Belousov avrebbe chiesto ad Austin se il Pentagono ne fosse a conoscenza e se avesse valutato il potenziale inasprimento delle tensioni tra Mosca e Washington.

Austin e gli alti funzionari del Pentagono sarebbero rimasti sorpresi dall’informazione e si sarebbero detti estranei alle accuse, secondo quanto riportato dal giornale americano.

“Ma qualsiasi cosa Belousov abbia rivelato - hanno dichiarato i funzionari citati dal New York Times - è stata presa abbastanza sul serio da indurre gli americani a contattare gli ucraini intimando loro di non procedere, e ammonendoli: ‘Se state pensando di fare qualcosa del genere, non fatelo’”.

Nonostante la profonda dipendenza dell’Ucraina dagli Stati Uniti per il sostegno militare, di intelligence e diplomatico, i funzionari ucraini “non sono sempre trasparenti con le loro controparti americane riguardo alle loro operazioni militari, specialmente quelle contro obiettivi russi dietro le linee nemiche”, ha scritto il New York Times.

Nessun commento è arrivato a riguardo da Kiev o da Mosca. 
Austin aveva contattato il nuovo ministro della Difesa russo Belousov solo un paio di settimane prima, il 25 giugno, nel tentativo di mantenere “aperte le linee di comunicazione”, come ha dichiarato il Pentagono. È stata la prima telefonata tra i due da quando Belousov, un economista, ha sostituito Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo di lunga data, lo scorso maggio.

Nel frattempo, continuano i timidi tentativi di trovare una risoluzione diplomatica al conflitto, con l’annuncio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha dichiarato di voler elaborare un piano per la pace entro la fine del novembre di quest’anno. Secondo Zelensky, i fattori decisivi saranno il rafforzamento dell’esercito ucraino, la pazienza, il sostegno all’Ucraina - in primo luogo degli Stati Uniti - e la pressione diplomatica internazionale sulla Russia.

Il presidente ucraino ha poi detto di aver ricevuto proposte non ufficiali per congelare il conflitto, ma ha sottolineato di non poterle accettare, aggiungendo che la base del piano d’azione sarà la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e che questo argomento sarà discusso in modo sostanziale con i Paesi interessati.

A riguardo, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha chiarito che per il Cremlino non ci sarà alcun negoziato basato sulla “formula di pace” indicata da Kiev. “Si tratta - ha detto Lavrov - di un rifiuto diretto di lavorare solo sulla base della ‘formula di pace’ del presidente ucraino Zelensky, che è una formula utopica e illusoria che non si realizzerà mai”.

Da parte sua, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in occasione di un incontro bilaterale con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, ha voluto sottolineare come la posizione di Pechino sulla guerra tra Russia e Ucraina sia “giusta e trasparente”, sottolineando che la Cina “continuerà a incoraggiare e a promuovere i colloqui di pace”, mentre “gli Stati Uniti dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali”.

In risposta, Blinken ha minacciato che, se Pechino non smetterà di sostenere l’industria bellica russa, Washington “continuerà ad adottare misure appropriate per farlo”.