Con Gloria!, Margherita Vicario, cantautrice e attrice italiana, debutta alla regia, portando sullo schermo un’opera ricca di introspezione storica e sociale. Il film, che è stato proiettato in Australia in occasione del ST ALi Italian Film Festival – occasione, peraltro, che ha visto la Vicario raggiungere le coste australiane per presenziare alla serata di apertura della rassegna cinematografica di Sydney e di Melbourne - è un’esplorazione intima e profonda di temi quali il femminismo e l’oppressione della figura femminile nella musica, e nasce dalla volontà di far conoscere al pubblico la storia di gruppi di orfane musiciste di straordinario talento e che, nonostante il loro contributo alla musica, sono rimaste nell’ombra.

La storia di Gloria!, infatti, si svolge in un’epoca di transizione per le istituzioni religiose e musicali italiane. Questi istituti, gestiti dalla chiesa, furono una realtà dal XV secolo fino all’editto napoleonico del 1807, che ne decretò la chiusura. In questi luoghi, le orfane ricevevano un’educazione musicale di buon livello, diventando spesso musiciste eccellenti. Tuttavia, i loro nomi e contributi sono stati per lo più cancellati dalle pagine della Storia.

Un film autobiografico, nonostante il setting storico

Margherita Vicario descrive Gloria! come un’opera che, pur essendo ambientata secoli fa, risulta quasi autobiografica. “Racconta una questione che mi viene sottoposta ancora oggi - spiega -, cioè cosa ne penso delle donne nella musica, come se fossimo una categoria speciale”. Questo quesito, che sottolinea l’esistenza persistente di un gender gap nel mondo musicale, è uno dei temi centrali della pellicola. Vicario stessa ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà di affermarsi in un ambiente ancora dominato da pregiudizi di genere, e ha deciso di esplorare tali dinamiche attraverso la storia delle cinque protagoniste del film.

Margherita Vicario e Teresa: un riflesso artistico

Tra le cinque protagoniste, è in Teresa che Vicario si rispecchia maggiormente. Teresa è una ragazza che, come la regista, ha scoperto la musica senza una formazione accademica, affidandosi alla sua volontà autodidattica e alla sua immaginazione. “Mi rivedo in lei per il rapporto che ha con i bambini e per il potere che conferisce alla musica: un potere curativo, di svago e di conoscenza”. Non a caso, Vicario ha rivelato di essere la controfigura di Teresa al pianoforte, suonando al posto della protagonista nelle scene al piano, rendendo il suo legame con il personaggio ancora più tangibile.

La musica come protagonista e l’influenza cantautorale

Sarebbe impossibile non notare la spiccata sensibilità musicale della Vicario impregnare ogni fotogramma del film. In Gloria!, la musica, composta da lei stessa in collaborazione con il suo produttore, diventa a tutti gli effetti parte integrante della narrazione visiva. “Non si poteva girare questo film senza la musica già scritta”, ha rivelato la regista nel corso della nostra intervista, sottolineando come, in fase di realizzazione del film, sia stato il suono a precedere l’immagine e non il contrario. Questo approccio ha dato vita a scene in cui i movimenti dei personaggi sembrano coreografati al ritmo delle note, creando una fusione perfetta tra musica e immagini. Impossibile anche non notare la fisicità della musica, con gli strumenti che vengono percepiti come “estensione del corpo umano”. Così, le mani delle ragazze che suonano gli strumenti diventano simboli di un intimo rapporto tra l’artista e la sua arte.  “Gli strumenti prendono vita attraverso il contatto fisico – ha spiegato Vicario –. Il pianoforte, ad esempio, non è solo uno strumento musicale, ma un vero e proprio personaggio, la cui voce cambia a seconda di chi lo suona”. “Per le ragazze – aggiunge – rappresenta un mezzo di espressione, mentre sotto le mani del Maestro Perlina, diventa uno strumento di oppressione”.

Una scena del film Gloria!

Il pianoforte: simbolo di libertà e rivoluzione

A proposito del pianoforte, pur essendo una scelta anacronistica per l’epoca, questo riveste un ruolo simbolico potente in Gloria!. Vicario, infatti, ha voluto utilizzarlo come rappresentazione di liberazione attraverso l’arte. “In pochi oggi usano davvero il pianoforte per dargli contenuti e significati”, ha affermato la regista, ma nel film diventa un “grimaldello della rivoluzione.” Il legame tra la musica e la libertà è centrale nel film. Le ragazze dell’Istituto trovano nella musica una via per esprimere le loro emozioni più profonde, sfidando le norme sociali e trovando una voce in un mondo che le vuole silenziose. Il pianoforte diventa così un mezzo per riscrivere il proprio destino.

La regia: una nuova forma di espressione

“La regia è molto diversa dal cantautorato – spiega –. Non c’è bisogno di strutture, non devi fare dei tornelli. È molto più libero come lavoro”. Sebbene la musica rimanga un elemento centrale nella sua vita e nella sua arte, la regia ha offerto a Vicario una nuova prospettiva, permettendole di esplorare la narrazione visiva con la stessa sensibilità artistica che mette nelle sue canzoni, rendendo Gloria! un debutto cinematografico potente e introspettivo.