La settimama scorsa, il ristorante Cipri di Paddington ha ospitato la cena mensile dell’Accademia Italiana della Cucina, istituzione culturale fondata nel 1953 a Milano da Orio Vergani con lo scopo di tutelare e valorizzare la tradizione gastronomica italiana, riconosciuta oggi anche dall’UNESCO come parte del patrimonio immateriale dell’umanità. 
La delegazione di Sydney, guidata da Alfredo Schiavo, si è ritrovata attorno a un tavolo ricco di sapori, storie e riflessioni sulla cucina come espressione identitaria profonda.
Il menù proposto da Cipri ha rappresentato un vero e proprio viaggio nel tempo della tradizione culinaria siciliana, con piatti tramandati dalla famiglia nel corso di oltre quarant’anni d’attività nel mondo della ristorazione: “È un menu che racconta un po’ la storia della nostra famiglia – ha spiegato il proprietario Joe –, con piatti che abbiamo servito in diverse fasi del nostro percorso, alcuni in chiave tradizionale, altri reinterpretati con uno sguardo contemporaneo”.
Il delegato Schiavo ha sottolineato, durante la serata, come “la cucina sia una delle manifestazioni più autentiche della cultura di un popolo. È un insieme vivo di storia, clima, dominazioni, territori: ogni Regione, ogni città e persino ogni villaggio ha le sue specificità. Per questo la cucina italiana va conosciuta, preservata e raccontata, perché ci rappresenta e ci accompagna, anche fuori dai confini nazionali”. 
Schiavo ha anche evidenziato l’importanza della regionalità nella gastronomia italiana. Il clima, l’orografia e le dominazioni storiche, dai normanni agli arabi, dagli spagnoli agli etruschi, hanno profondamente influenzato lo sviluppo delle tradizioni culinarie, creando una straordinaria varietà di sapori e tecniche che convivono nella cucina del Belpaese.
L’Accademia ha, di recente, dato il benvenuto a due nuovi membri: Giuseppe Musmeci, originario di Catania, e Natalino Bongiorno. Entrambi hanno condiviso pensieri e suggestioni sul legame profondo tra identità e cucina. “Da italiano che vive all’estero – ha detto Musmeci –, trovo che sedersi a tavola con altri connazionali, gustare un piatto ben fatto e parlare della nostra cultura sia un modo prezioso per mantenere vive le radici”
Bongiorno, australiano con origini italiane, ha aggiunto: “Sono nato in Australia, ma in una famiglia italiana. Il mio cuore è sempre stato legato all’Italia, e momenti come questo mi permettono di riconnettermi con le mie origini, riscoprendole anche attraverso il gusto”.
Presente anche la socia Antonietta “Nina” Muscillo, trasferitasi da Brisbane a Sydney qualche anno fa, che ha trovato nella delegazione locale un ambiente accogliente e familiare: “ I miei genitori sono entrambi della Basilicata e per me è una gioia partecipare a questi incontri e conoscere altre persone, italiane e italo-australiane, che condividono lo stesso amore per la nostra cucina”.
Come da consuetudine, ogni piatto è stato valutato secondo i criteri ufficiali dell’Accademia, che prevedono giudizi strutturati sulla qualità, la presentazione, la coerenza con la tradizione e l’equilibrio complessivo del menu. 
Un momento di confronto, formazione e piacere, che conferma l’impegno dell’Accademia nel promuovere una cultura del cibo consapevole, rispettosa delle origini ma aperta all’evoluzione.
L’Accademia Italiana della Cucina conta oggi oltre 220 delegazioni in Italia e 90 nel mondo, tra cui quella di Sydney. 
Le sue attività comprendono cene, conferenze, studi e pubblicazioni, tutte mirate alla diffusione della cultura gastronomica italiana autentica e alla protezione dei suoi valori in un contesto globale sempre più omologante.
Tra i profumi di Sicilia, le storie personali e le riflessioni sulla memoria, l’evento ha confermato il potere del cibo di unire le persone e raccontare l’anima di un popolo.