Rocco Di Zio, l’ex giornalista de Il Globo e La Fiamma, scomparso domenica scorsa a causa di una grave malattia, era stato insignito dell’Order of Australia per il suo lavoro a favore ella comunità italiana, nel 2019.

Nato a Penne, in provincia di Pescara, nel 1940, Rocco arrivò in Australia come migrante non assistito nel 1959, per ricongiungersi con la famiglia, e con l’intenzione di rimanere nel Quinto continente un solo anno.

Come spesso accade con sogni e piani fatti da giovane, la realtà della vita però spesso interviene portandoci su altre strade che fanno cambiare  desideri e obiettivi: così Di Zio ha presto deciso di rimanere in Australia e di entrare con determinazione e fiducia nel mondo del lavoro.

Come molti suoi contemporanei, Rocco era arrivato dall’Italia senza arte né parte, ma con una grande passione per il giornalismo, sviluppata in Italia quando, dopo il liceo, aveva avuto l’opportunità di collaborare alla storica pubblicazione de “Il Vittorioso”, ma trasformare una passione in un lavoro retribuito non era facile.

Determinazione, passione e una buona dose di intraprendenza gli hanno comunque permesso di cominciare a collaborare con varie pubblicazioni facendo la spola tra Sydney e Melbourne, e alternando il lavoro giornalistico ad altre occupazioni come, ad esempio, quella di svolgere il ruolo di vicecapo stazione per le Ferrovie del Victoria, dove già lavorava il futuro cognato.

Il 1964 si è rilevato un anno particolarmente importante per Rocco: ha sposato, infatti, la pescarese Elsa Bebervanzo, un amore continuato fino alla scomparsa di quest’ultima nel 2022, e ha cominciato a lavorare a La Fiamma, il giornale bisettimanale pubblicato a Sydney, in diretta concorrenza, allora, con il giovanissimo Il Globo, fondato nel novembre del 1959.

Da allora Di Zio ha accumulato un’enorme esperienza giornalistica, non solo nella sua lingua madre ma anche in inglese, collaborando con pubblicazioni importanti, quali The Herald, The Sunday Observer, The Catholic Advocate, Australian Soccer Weekly e Soccer Action al The Age.

Nel 1983 Di Zio si è unito alla famiglia de Il Globo, come responsabile per le pagine del Victoria, rimanendo un dedicato e generoso membro del gruppo editoriale fino al dicembre 2012, quando è stato costretto, da ragioni personali, a lasciare l’impiego. Per anni ha seguito in prima persona, passo per passo, la comunità italiana, con le sue attività sociali, la nascita e lo sviluppo di Club e Associazioni per le quali Rocco era sempre a disposizione, sempre pronto a dare una mano con un consiglio e spesso anche con un aiuto diretto. Una vicinanza e una partecipazione attiva ad ogni attività o iniziativa degna di seguito e sostegno come era stato nel caso dell’appello pro-terremotati dell’Abruzzo, dopo il sisma del 2009, e la raccolta fondi avviata dal nostro gruppo editoriale.

Ma in numerosissime altre occasioni l’impegno comunitario di Rocco non è mai mancato, mettendo sempre gli interessi degli altri davanti ai suoi. E’ diventato un amico sincero per moltissime persone e un collega prezioso per noi: sempre disponibile, sempre presente, sicuramente stimato e apprezzato.     

Nel periodo in cui ha lavorato a Il Globo, Rocco non ha mai mantenuto orari determinati e se, in quei tempi pre-computer e telefoni cellulari, qualcuno telefonava in redazione anche a tardissima sera, spesso trovava Rocco dall’altro capo del filo, a rispondere.

Parlando di Rocco è impossibile non menzionare la sua grande passione per il calcio in generale e per quello australiano in particolare. Da giornalista ha potuto seguire sia i tornei professionistici che quelli semiprofessionistici, oltre ad elaborare con grande intuizione piani e progetti per lo sviluppo, in tempi non sospetti, del gioco del calcio in Australia dando vita e curando per diversi anni l’inserto de Il Globo, Junior Roo, che si interessava dei tornei giovanili, dai quali sono emersi grandi calciatori quali i nazionali australiani, Mark Bresciano e Vince Grella. 

Nel corso degli anni Di Zio ha gestito l’Italian Football Association of Victoria ed è stato membro dei comitati di altri club e associazioni sportive. Senza nulla togliere agli altri ai quali ha contribuito, e non solo quelli sportivi, Rocco ha sempre avuto un cuore bianconero e il suo ruolo nella Juventus dei “miracoli”, sarà per sempre ricordato.

L’ex giocatore e dirigente della Brunswick Juventus, Peter Balassone, ricorda di aver conosciuto Rocco, nel 1962, quando Peter militava nelle fila della Fiorentina: “Un compagno di squadra mi venne a chiamare negli spogliatoi dicendomi che c’era un mio corregionale che voleva conoscermi, ed era Rocco, con il quale, da quei tempi, sono rimasto legato da una profonda amicizia.”

Balassone, presidente della Brunswick Juventus negli anni ‘90, ha ricordato il grande altruismo di Di Zio, che è stato segretario del club dalla fine degli anni ’70 ai primi anni ’80: “Rocco ha fatto tanto per il calcio in Australia, si è sacrificato per il calcio”, dedicando il suo tempo libero e lavorando sempre, anche dietro le quinte, per promuoverlo e farlo apprezzare anche al pubblico australiano. 

A ricordare l’altruismo di Rocco, anche Lou Sticca, dirigente di squadre di calcio (fondatore e manager del Carlton Soccer Club) con il patentino di agente (fra gli altri ha portato al Sydney FC, Alessandro Del Piero): “è stato tifoso e membro del comitato della Brunswick Juventus per decenni, sacrificando tempo e risorse, per la comunità calcistica – ha scritto su X (ex twitter) -.  Per me, che ho cominciato come suo assistente alla Juventus tante lune fa, è stato, senza neanche accorgersene, un mentore, una guida che mi ha insegnato tanto”.

Il coronamento di una vita dedicata alla famiglia e alla comunità italiana d’Australia, e di una carriera dedicata al calcio e al giornalismo è arrivato per Rocco con il riconoscimento dell’Order of Australia, nel 2019, che si è sicuramente ampiamente meritato.