PARIGI (FRANCIA) - “Oggi è un gran giorno, è arrivato il momento di dire addio al tennis. Mi sono battuto per essere il migliore possibile, non ero pronto a tutto questo amore”.

Jo-Wilfried Tsonga saluta così il suo sport, almeno in qualità di giocatore, e il suo pubblico. Ha giocato la sua ultima partita, sul Philippe Chatrier, al Roland Garros, davanti a tutta la famiglia, agli amici, a chi l’ha accompagnato in questo lungo viaggio.

“Comunque andrà, sarà una festa per me”, diceva alla vigilia, in un’intervista pubblicata sul programma del torneo. Sperava di assaporare questo momento fino all’ultimo. Voleva provare tutto, sentire il gusto del fondo del bicchiere. Per tre ore e mezza, ha fatto sorridere e trepidare, come se il tempo non fosse passato. Poi però il suo fisico lo ha tradito un’ultima volta, prima del tiebreak del quarto set contro Casper Ruud, numero 8 del mondo.

Pur sconfitto 6-7(6) 7-6(4) 6-2 7-6(0), Tsonga ha giocato il suo tennis migliore, ha finito con le lacrime agli occhi per tutti gli ultimi punti, e con uno sbuffo di terra rossa sulla fronte, perché si è inginocchiato a toccarla per un’ultima volta, mentre Ruud lo abbracciava sotto rete dopo il match point.

In quell’abbraccio c’era l’omaggio dei tennisti, dei tifosi, degli appassionati, di tutti, a un giocatore per cui è impossibile non provare simpatia. Per lui sul Philippe Chatrier sfilano poi tutte le persone che hanno avuto un ruolo nella sua carriera, dai maestri al padre, alla madre, al fratello, tutti con la stessa maglietta bianca e la scritta “Merci, Jo” (“Grazie, Jo”).

Numero 5 del mondo per 12 settimane nel 2012, Tsonga è uno dei cinque francesi capaci di salire in Top 5 nel ranking ATP nell’era Open dopo Yannick Noah, Henry Leconte, Guy Forget, Cedric Pioline e l’attuale capitano di Coppa Davis Sebastien Grosjean.

Amatissimo dal pubblico di casa, ha vinto davanti ai suoi tifosi dieci dei suoi titoli in carriera: quattro volte a Metz, tre a Marsiglia, una a Lione, Montpellier, Parigi-Bercy. Qui ha centrato il suo primo Masters 1000 in carriera, il più prestigioso dei suoi trionfi. Ne seguirà un secondo, a Toronto 2014, torneo memorabile in cui ha battuto Novak Djokovic, Roger Federer e Andy Murray.

Tsonga riceve anche i saluti e i complimenti dei Fab Four attraverso video-messaggi proiettati sugli schermi dello Chatrier. “Hai avuto una grandissima carriera, sei stato un fantastico ambasciatore per questo sport”, dice Murray.

“È uno dei giocatori più carismatici che abbiamo avuto - spiega Djokovic - ha aiutato tanto il tennis a guadagnare popolarità”.