BARI - Tra medici e infermieri del pronto soccorso dell’ospedale Di Venere, a Carbonara lo stress è davvero palpabile. Il direttore del reparto, Carlo Marzo, ha denunciato come, proprio qualche giorno fa, un medico ha subìto un tentativo di strangolamento da parte di un malato psichiatrico. “Con una catenina in oro ha tentato di strangolarlo e per fortuna la catenina si è spezzata. Purtroppo, in regione i malati psichiatrici vengono condotti in pronto soccorso invece che, come dice la legge, nei presidi territoriali, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura per quel tipo di patologie. Vengono abbandonati in un pronto soccorso”, ha detto Marzo.
In base a un regolamento regionale del 2011, è previsto il trasporto presso il pronto soccorso, un regolamento che va contro la legge europea.
“Presenterò una denuncia alla Corte di giustizia europea dell’Aia”, ha aggiunto.
“La situazione è insostenibile. Non è il primo caso, è la regola. Solo che se una persona ti aggredisce e non è in stato di follia puoi chiamare la polizia, ma per chi è paziente psichiatrico dovremmo fare opera di prevenzione”. “Il pronto soccorso è diventato una trincea quotidiana. Non ci sono medici, scarseggia il personale, non ci sono posti letto, la gente è costretta a subire lunghe assenze e ha difficoltà nel trovare una sistemazione e soluzioni, in casi particolari sembrano perdere il controllo di se stessi, specie se si tratta di persone un po’ particolari. La situazione sta gravemente peggiorando. Adesso i concorsi riservati a medici che vogliano lavorare nei pronto soccorsi vanno deserti perché nessuno vuole più lavorare qui. Tra 5 anni non ci saranno medici a sufficienza per i pronto soccorso - ha concluso -. I più anziani vanno in pensione ma sarà difficile trovare medici giovani che vogliano lavorare”.
I motivi? “Guadagni meno dei medici di reparto per cui non c’è alcun motivo per lavorare; corri rischi di prendere botte, rischi professionali alti, hai un sovraccarico di lavoro e per giunta per quattro soldi. E chi ce lo fa fare?”.