Napule è mille culure. Tra questi mille tre su tutti, quelli del tricolore, tre come gli scudetti vinti in una storia secolare. Il primo del dopo-Maradona ma anche questo nel segno di Diego, nello stadio che porta il suo nome. Va da sè che i campioni meritano un 10 pieno, con la lode che va aggiunta per la bellezza del gioco e per il dominio assoluto in un viaggio lungo 38 giornate.
Meritano voti alti anche la Lazio (seconda), l’Inter (la finale di Champions ha il suo peso), il Monza (splendida matricola al primo anno di A) e altre ancora.
Tra sufficienze più o meno larghe, nomi eccellenti tra le bocciate come quello della Juventus...sul campo e fuori.
ATALANTA 6.5: La Dea torna in Europa e basta già questo dato per promuovere i nerazzurri. Il quinto posto, dopo l’8° dello scorso anno, è un gran risultato, la migliore risposta a chi pensava che il ciclo fosse finito. Il Gasp ha proposto ancora una squadra bella e solida, come al solito capace di mettere in mostra talenti interessanti come Hojlund.
BOLOGNA 6.5: Notevoli passi avanti e non solo in termini di punti.
Eppure è stata una stagione maledetta con la scomparsa di Mihajlovic, un duro colpo per tutti, soprattutto per i suoi ragazzi che erano già di Thiago Motta. L’ex Nazionale azzurro è stato bravissimo a restituire energie al gruppo, a dare certezze e idee a una squadra che ha chiuso al nono posto e che ha basi solide per un futuro interessante.
CREMONESE 4.5: Troppo fragile. A volte, se non spesso, anche bella e sfrontata, ma nel massimo campionato il coraggio non è sufficiente. Serve anche quella saggezza che poi, forse troppo tardi, Ballardini ha portato. C’è la soddisfazione della semifinale di Coppa Italia, ma alla fine la retrocessione è stata inevitabile e netta. Arrivederci Cremo.
EMPOLI 6.5: Quando si cresce, anche se non di molto, il passo avanti va premiato. La salvezza è arrivata in anticipo, i talenti come al solito sono stati lanciati (Baldanzi, Cambiaghi e così via), le grandi vittorie non sono mancate (4-1 alla Juve) e ancora una volta la coppia Corsi-Accardi ha confermato competenza e lungimiranza.
FIORENTINA 7: L’ottavo posto non è il massimo, ma se arriva dopo aver centrato due finali su due nelle altre competizioni della stagione, assume sicuramente un valore maggiore. Il sogno Coppa Italia è svanito, quello della Conference è più vivo che mai e anche in campionato, superate le difficoltà iniziali, la Viola non è stato un cliente facile per nessuno.
INTER 8: Come l’anno scorso due trofei in bacheca (Supercoppa e Coppa Italia) e non è finita...C’è la Coppa più bella in palio, ci sarà un gigante di fronte, ma Inzaghi si è dimostrato uno specialista in finali. Inoltre tra le mani ha un gruppo che ha qualità da campioni del mondo, muscoli, potenza e idee chiare.
dodici ko in campionato sono troppi, ma rimane tutto il resto.
JUVENTUS 5: Anche quest’anno andrà meglio il prossimo. Questo, in realtà, è andato anche peggio dell’ultimo e non solo per il gioco.
C’è un però, anzi ce ne sono almeno 10, tanti quanti i punti di penalizzazione. A dire il vero le attenuanti sono ancora di più, giocare con il peso delle sentenze toglie lucidità, inquina le idee, affatica i muscoli, ma non va dimenticato che anche prima, vedi in Champions, la Signora ha dato il peggio di sè. I giovani lanciati sono una magra consolazione. Non basta, anche quando vincere non è l’unica cosa che conta.
LAZIO 8.5: Questa volta la Champions non è sfuggita. Anzi, è arrivata con un brillante 2° posto. Vuol dire che, Napoli-marziano a parte, nessuno ha fatto meglio della banda di Sarri. Non una missione facile, soprattutto perchè capitan Immobile, il principe dei bomber, ha dovuto fare i conti con una serie interminabile di infortuni. Eppure la Lazio è lì su e non guarda dall’alto soltanto i campioni.
LECCE 6.5: Salvi e in anticipo. Obiettivo centrato e senza grandi affanni. La stagione del ritorno in A va in archivio con un bilancio più che positivo per un Lecce che per buona parte della stagione ha anche divertito e fatto male alle grandi. Poi un calo sul piano dei risultati e delle prestazioni, ma senza mai farsi prendere dal panico.
MILAN 6.5: Mezzo voto in più per aver centrato la semifinale di Champions. Non poco, ma dai campioni in carica in campionato ci si aspettava di più. Il primo a saperlo è Pioli, ma lui e i suoi ragazzi sono stati bravi a rimettere in piedi una stagione che rischiava di chiudersi con un mancato arrivo tra le prime 4, sarebbe stato un grande fallimento. L’impianto c’è, le idee pure, i campioni rinnovano (Leao), c’è tutto per tornare ai vertici.
MONZA 7.5: La matricola più bella. Storica prima volta in A per il Monza e stagione che va in archivio con un campionato da applausi.
Li merita tutti mister Palladino, chiamato a sostituire l’esonerato Stroppa e, giovanili a parte, alla prima esperienza in panchina. Bravo lui, bravissimo Galliani che lo ha scelto assumendosi il rischio. Si ripartirà con Palladino e con ambizioni ancora più grandi, il materiale per stupire ancora c’è.
NAPOLI 10: Nessun dubbio: stagione da 10 per gli azzurri di Luciano Spalletti. Al di là del titolo, il campionato è stato dominato, vinto in netto anticipo, con un calcio spettacolare.
Eppure si era partiti tra i dubbi per le partenze di giocatori di peso (Koulibaly e Insigne su tutti) e gli arrivi di semi-sconosciuti come Kim e Kvaratskhelia. Alla fine il sudcoreano e il georgiano, insieme a Osimhen e capitan Di Lorenzo, sono stati i pilastri di una splendida storia. E non vanno dimenticati i quarti di Champions. L’unica macchia in Coppa Italia ma le distrazioni erano comprensibilmente altre, talmente belle da perderci la testa per inseguire quella festa che va avanti da settimane. L’attore protagonista lascia, peccato, ma chiudere il sipario così è da premio Oscar...e anche il produttore ringrazia.
ROMA 6: Oltre la sufficienza per il cammino in Europa e quel sogno di un’altra coppa continentale svanito soltanto dagli 11 metri. Non in campionato però, dove si poteva e si doveva fare meglio.
Con un Dybala sempre al top e una rosa più larga (come chiede Mourinho) sarebbe stato più semplice, ma i ‘ma’ non contano, quel che conta è che comunque in Europa League la Roma ci sarà ancora.
SALERNITANA 7: Nella scorsa stagione la salvezza fu un miracolo, quest’anno quasi una formalità. Campionato con 11 punti in più rispetto al precedente. Ha iniziato Nicola, l’eroe dell’impresa dello scorso anno, ha proseguito Paulo Sousa che ha cambiato volto e immagine a una squadra che era abituata a lottare e che è diventata bella oltre che pratica.
SAMPDORIA 4: La salvezza sul campo non è arrivata, quella del club sì e bisogna darne atto al presidente Lanna e chi ha lavorato per non disperdere uno dei patrimoni più importanti del calcio italiano. Anche lassù fantastici e storici personaggi avranno tirato un sospiro di sollievo. Poi sì, è arrivata la retrocessione, dolorosa, netta. Stankovic e i suoi ragazzi non sono mai stati all’altezza.
SASSUOLO 6: Un passo indietro. Dai 50 punti dell’ultimo campionato, ai 45 di questo. Troppi alti e bassi per la squadra di Dionisi che ha pagato certe partenze pesanti oltre agli infortuni.
Il Sassuolo ha comunque confermato di essere una realtà solida, a tratti anche a bella, soprattutto quando capitan Berardi è nelle condizioni di dimostrare il suo valore.
SPEZIA 5: Non è ancora finita. C’è ancora una finale da giocare e in palio c’è una permanenza in Serie A che a La Spezia vale come uno scudetto. Bilanci in sospeso, dunque, ma sono due le possibilità: bocciatura con un 4 in pagella, o squadra rimandata a settembre con un 5.
TORINO 6.5: Tre punti in più rispetto allo scorso anno. La crescita continua, ma non è stata esponenziale come il popolo granata sperava. Il bilancio resta positivo, ma a un certo punto si sognava l’Europa, all’ultima giornata è sfuggito anche l’8° posto e qualche rimpianto c’è, ma c’è anche un progetto interessante che può proseguire nel segno di Juric.
UDINESE 6.5: Confermarsi non è mai facile e farlo è una nota di merito. Il campionato che si è chiuso è stato praticamente come quello dell’anno scorso e pazienza se l’avvio sprint aveva fatto immaginare grandi cose poi non arrivate. Sottil ha comunque dimostrato il suo valore anche in Serie A e alla fine il 12esimo posto dice che questa Udinese può ancora crescere.
VERONA 5: Dai 53 punti dello scorso anno a uno spareggio per non retrocedere che resterà nella storia di un club che ha scritto pagine molto più belle, come quelle dello scudetto del 1985. C’è ancora l’ultima curva per sperare di superare lo Spezia sul rettilineo che porta al traguardo della salvezza: sarebbe importantissimo, ma sarebbe comunque una stagione da 5 (da 4 ‘generoso’ nell’ipotesi più brutta).