SHANGHAI (CINA) - Diventa sempre più complesso definire Jannik Sinner e raccontarne la forza, ormai pari solo alla compostezza con cui accoglie trionfi ed elogia avversari.

Parlino i numeri quindi: 7-6, 6-3 a Novak Djokovic, settimo titolo stagionale, il numero 17 in carriera.

A soli 23 anni e con la certezza, già acquisita ieri, di chiudere il 2024 in testa al ranking Atp. Anche Shanghai è ai suoi piedi e Djokovic lo esalta come meglio non potrebbe: “È stato troppo bravo per me”.

Troppo bravo persino per un fenomeno, come il 37enne di Belgrado, che vincendo avrebbe raggiunto quota 100 titoli in carriera e agganciato il record di partite da “1000” vinte di Nadal (409). Troppo forte Sinner, alla 65esima vittoria in stagione, a fronte di sole 6 sconfitte.

Davanti agli occhi di Roger Federer Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero, seduti in tribuna, servizi dominanti, neanche una palla break concessa dai due ed è quindi inevitabile l’approdo al tie-break, spartiacque del match e ormai autentica comfort zone del fuoriclasse altoatesino.

Lo apre Sinner sul servizio di Nole con un gran rovescio, poi tiene il suo doppio turno alla battuta: 3-0. Il dritto del serbo sulla rete spiana definitivamente l’autostrada a Sinner (7-4) verso il primo set, conquistato in 56 minuti.

Da lì in poi gli equilibri si modificano e Sinner diventa una valanga: Djokovic appare più nervoso e Sinner è più in controllo: così, al quarto game, il numero 1 del mondo strappa il servizio al serbo, portandosi sul 3-1 e indirizzando definitivamente la finale.

È calata la prima palla di Djokovic nello stesso modo in cui è cresciuto Sinner al servizio: primo match-point ed ace, epilogo inevitabile: 6-3 e settimo titolo 2024 per l’asso di San Candido.

Che contro Djokovic centra il terzo successo di fila (il quarto nelle ultime 5 giocate), bilancio 4-4. Sorriso appena accennato per Sinner, che poi dirà che quella contro Djokovic è “una delle più sfide difficili che c’è nel circuito: ha servito alla grande nel primo set, ho fatto fatica a fare break. Ho combattuto fino alla fine: è una vittoria speciale visto l’avversario. Nole non ha debolezze, forse io ho saputo sfruttare di più le poche chance che lui mi dà. Nole è una leggenda del nostro sport”.