PECHINO (CINA) - Nervi saldi e barra dritta. La vicenda della doppia positività (accidentale) al Clostebol, l’assoluzione da parte dell’Itia, il ricorso al Tas della Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping, con l’accusa di colpa e/o negligenza e la conseguente richiesta di ineleggibilità per un periodo oscillante tra uno e due anni: una bufera non solo mediatica che avrebbe messo in ginocchio chiunque.
Non Jannik Sinner, non a caso numero uno al mondo. Il 23enne altoatesino sarà anche infastidito e turbato ma in campo riesce a simulare alla grande qualsiasi sfumatura di timori per il futuro.
E così, da campione in carica, eccolo approdare alle semifinali del “China Open”, Atp 500 dotato di un montepremi di 3.720.165 dollari di scena sul cemento dell’Olympic Green Tennis Center di Pechino (combined con un WTA 1000).
Nei quarti il talento di Sesto Pusteria, numero uno del mondo, ha sconfitto per 6-2 7-6(6), in poco meno di un’ora e tre quarti di partita, il ceco Jiri Lehecka, n.37 del ranking mondiale, battuto per la terza volta in altrettante sfide dopo aver annullato due set-point nel tie-break del secondo parziale.
Sinner troverà in semifinale il cinese Yunchaokete Bu, n.96 del mondo, in tabellone grazie ad una wild card, che dopo aver lasciato negli ottavi appena sei giochi a Lorenzo Musetti, ha eliminato per 7-5 6-4 il russo Andrey Rublev, n.6 del ranking e 4 del seeding (uno dei soli quattro tennisti che quest’anno sono riusciti a battere Jannik, e l’ultimo ad averlo fatto). Tra l’altoatesino ed il 22enne di Xinjiang non ci sono precedenti.
Ovvio, però, che i suoi pensieri sono anche extra-tennistici. “Non è una situazione in cui mi fa piacere trovarmi, è delicata e difficile e anche diversa - ha ammesso Sinner - Quel che so però è che non ho fatto nulla di male e questo già mi aiuta un pò a tenere la testa alta. Di certo ho passato notti insonni in questo periodo e adesso ancora una volta non sarà facile. È un qualcosa che potenzialmente può accadere e sono ovviamente deluso di ritrovarmi di nuovo in questa posizione, ma proverò a restare concentrato sul mio lavoro facendo tutto quel che potrò per farmi trovare pronto per ogni partita che dovrò affrontare. Sì, è un momento difficile per me e per il mio team. Tendo a tenermi vicine le persone che mi conoscono come persona e loro sanno chi sono, ma di sicuro non è facile”.
E mentre l’Itia (International Tennis Integrity Agency) risponde per le rime alle mosse della Wada, riconoscendone la legittimità al ricorso ma, in soldoni, non la opportunità (“Il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping”, fa sapere in una nota), Sinner resta in prima linea in attesa di sviluppi.
Guai a sottovalutare Bu, ostacolo da superare per una finale di cartello, visto che l’altoatesino troverebbe uno tra lo spagnolo Carlos Alcaraz, n.3 ATP e seconda testa di serie, ed il russo Daniil Medvedev, n.5 del ranking e 3 del seeding, finalista dodici mesi fa e che ha già stoppato Flavio Cobolli.
Per arrivare a meta, insomma, servirà il Sinner dei giorni migliori. Quello più spensierato e meno amareggiato.