CANBERRA – Due australiane intrappolate in un campo di accoglienza, per i familiari di guerriglieri dello Stato islamico morti o catturati, in Siria del Nord, hanno fatto un accorato appello al governo federale affinché non le abbandoni al loro destino, mentre continua l’avanzata delle forze siriane.
“Non ci lasciate cadere nelle mani del regime (siriano); se accadrà, per noi sarà la fine, per me e i miei figli”, ha detto Mariam Dabboussy, una madre di tre bambini, nella registrazione fatta pervenire all’ABC, dal padre Kamalle Dabboussy.
L’altra donna, Zara Ahmad, in un messaggio alla sorella, ha detto di essere spaventata dagli ultimi sviluppi: “Il corpo mutilato di una donna è stato trovato nei bagni del campo di al-Hawl. Ho una paura folle; non so se saprò resistere a lungo”.
Sono più di 60 le donne e i bambini australiani nel campo di al-Hawl, dove le condizioni sono deteriorate dal ritiro delle forze americane, che hanno provocato l’offensiva turca contro le milizie curde e ora la controffensiva delle forze siriane appoggiate dai russi.