Un risultato storico. Pensate che i bianconeri, reduci da 8 successi consecutivi senza gol al passivo, non subivano una umiliazione del genere dal 30 maggio 1993. Allora fu il Pescara a compiere l’impresa e Allegri, guarda caso, firmò la prima rete degli abruzzesi. Alla fuga dei partenopei ha contribuito anche il Lecce bloccando sul pareggio il Milan che ha rischiato il ko tecnico nel primo tempo in cui non sembrava sceso in campo.

A sua volta l’Inter, dopo il pari di Monza e la qualificazione sofferta ai quarti di Coppa Italia, ha battuto di misura il Verona nonostante fosse passata in vantaggio al terzo minuto. La classifica sorride ai nipotini di Maradona (9 punti sul Milan, 10 su Juve e Inter, 13 sulle quinte) anche se mancano ancora 20 tappe al traguardo finale. Se non è una ipoteca, ci manca poco. E come potremmo scrivere diversamente se dalle rivali scaturiscono più ombre che bagliori? Quali rivali, fra l’altro? Al momento nessuna appare all’altezza di impensierire la capolista che dalla sua ha anche il calendario favorevole: nei prossimi 6 turni una sola gara difficile, in casa con la Roma, a fronte di 5 sfide abbordabili contro Salernitana, Spezia, Cremonese, Sassuolo ed Empoli. Si ha l’impressione che l’anti Napoli possa essere soltanto il Napoli. Ma Spalletti, allenatore e mentore di questo gruppo, sa come affrontare le prossime salite, anche le più impegnative. In allenamento pretende il massimo dai suoi uomini. E chi non sputa sangue in settimana, rischia il posto.

Il risultato del Maradona ha sorpreso non tanto per il successo dei partenopei quanto per la superiorità espressa da Osimhen e soci nella ripresa. Eppure si pensava che i bianconeri, dopo aver ridotto le distanze con Di Maria, l’unico dei suoi a meritare la sufficienza, cercassero a ogni costo il pareggio al rientro in campo. Macché. A dire che fossero impauriti, è poco. A niente è servito il passaggio della difesa da 3 a 4. Sulle fasce Kvaratskhelia e Elmas, subentrato all’infortunato Politano, hanno continuato a creare superiorità numerica e devastato la difesa avversaria, già impaurita dall’immarcabile Osimhen. Devastante questo trio. Per il georgiano due assist e un gol, per il nigeriano due reti e una traversa, per Elmas l’acuto del 5-1 e la dimostrazione di giocare con disinvoltura su entrambi i fronti. Altro che riserva il macedone. La morale è presto fatta: il gioco verticale, coraggioso e incisivo del Napoli, sempre proiettato a cercare il gol, ha avuto nettamente la meglio sul comportamento speculativo della Juventus, portata più a difendersi che ad altro.

Neanche a dirlo, i social si sono scatenati su Allegri chiedendone la sostituzione con Conte, Zidane o De Zerbi. Che le sue squadre non diano spettacolo, è cosa risaputa. Per questo fu mandato via. Ma ciò che desta maggiore perplessità è l’allineamento alle operazioni di mercato, una più errata dell’altra, con acquisti sbagliati e costosi. Il reparto di centrocampo, giusto per fare l’esempio più clamoroso, è modesto. A forza di centrare colpi d’effetto (De Ligt a 75 milioni, CR7 a 240 milioni, Vlahovic a 80 milioni) con la speranza di rafforzare la squadra, non s’è tenuto conto di un progetto plausibile sul piano tecnico ed economico. È come se Andrea Agnelli e i suoi collaboratori avessero giocato a poker. E poi, a proposito di Allegri. La Juve, in ristrutturazione societaria, chiamata dall’azionista a ridimensionare i debiti, può cacciare un allenatore che costa 13-14 milioni a stagione fino al giugno 2025? E qui dobbiamo chiederci come i club italiani, in difficoltà finanziaria, debbano sottoscrivere contratti così lunghi. Salvo pentirsene a gioco lungo. Vedi anche l’Inter con Inzaghi. Ditemi voi se c’erano altre società vogliose di avere Allegri a 7 milioni l’anno. A me non risultano.

Nella scacchiera di questo week-end, spicca il roboante successo dell’Atalanta sulla Salernitana per 8-2. E i bergamaschi, nel prossimo turno, sono attesi a Torino dalla Juventus che deve ritrovare un minimo di dignità tecnica. Ci sarà anche da capire lo stato di salute del Milan che, dopo aver affrontato l’Inter nella Supercoppa Italiana, mercoledì a Riyad, affronterà la Lazio all’Olimpico.