O meglio. Il pareggio può stare bene a De Rossi dopo il deludente inizio di campionato (un pari e un ko), non certo a Motta che si augurava di mantenere la leadership solitaria e non ha ricevuto dagli acquisti dell’ultima ora (Koopmeiners, Conceiçao, Gonzalez) lo spunto per vincere la gara. La Roma ha fatto la gara annacquando le cadenze e chiudendo ogni spazio agli avversari, soprattutto sulle fasce. Per i bianconeri è stato complicato arrivare al tiro al punto che la prima conclusione è arrivata poco prima dell’intervallo con una conclusione sporca di Vlahovic. Sull’altro versante un tiro pericoloso di Angelino nel recupero. Si è avuta l’impressione, se non la certezza, che nessuna delle due squadre volesse rischiare la sconfitta. Così è stato. La Juventus s’è fatta raggiungere in testa alla classifica da Inter, Torino e Udinese. I giallorossi, in penultima posizione, si sono accontentati di un brodino in attesa di tempi migliori.
Il Milan, dopo il pareggio conquistato a fatica con la Lazio sul penoso terreno dell’Olimpico, è rientrato a casa con il fardello della rottura di Hernandez e Leao nei confronti di Fonseca che li aveva esclusi dalla formazione iniziale ritenendoli fra i principali colpevoli della sconfitta di Parma. I due non hanno partecipato al cooling break mettendosi dall’altra parte del campo. Un chiaro segno di dissenso, appena temperato dalle frasi di circostanza. Per Fonseca la squadra è tutta con lui. Secondo i due giocatori, solo una casualità. Ma chi vogliono prendere in giro? La palla passa ora a Ibrahimovic che dovrà giustificare ruolo e stipendio. Se la società vuole tenere Fonseca, deve tutelarlo e coprirgli le spalle. Altrimenti finirà per delegittimarlo. Una cosa è altrettanto certa. Con l’ingresso di Hernandez, Leao e Abraham al 70’, la squadra rossonera ha cambiato volto e trovato il pareggio. La sosta servirà a mettere a posto i cocci?
In crisi profonda stava finendo il Napoli prima dell’espulsione di Suzuki, il portiere del Parma per doppia ammonizione: giusta la seconda, piede sull’addome di Neres, severa la prima per perdita di tempo. In quel momento, si era al 75’, la squadra emiliana era legittimamente in vantaggio. Poi la svolta legata anche al fatto che Pecchia, avendo esaurito i cambi, ha dovuto inserire Del Prato in porta. Provvidenziale l’ingresso di Lukaku al termine di un mercato sontuoso con 138 milioni di spesa. Ma che sarà di Osimhen? E se Conte, con l’ok di De Laurentiis, lo avesse a disposizione fino all’inevitabile cessione?
Al Meazza l’Atalanta è stata presa a sculacciate dall’Inter: colpa dei tanti assenti, ma anche delle eccessive innovazioni volute da Gasperini. Risplende il sole sui campioni d’Italia, trascinati da Thuram.
E ora il duplice complicato appuntamento della Nazionale.