BERLINO - Diciotto anni fa, giorno più, giorno meno, Fabio Cannavaro alzava sul terreno di gioco dell’Olympiastadion di Berlino la quarta coppa del Mondo nella storia dell’Italia.

Domani, alle ore 18.00, la Nazionale di Luciano Spalletti si giocherà l’accesso ai quarti di Euro2024: “Al di là del fatto che tutti si ricordano quel momento, dove abbiamo vinto quella finale, noi avevamo sul bus Buffon che ha parlato di questa finale a tutti, ci ha fatto rivivere quelle emozioni che allora abbiamo vissuto da casa. Dobbiamo essere a livello di questo confronto, è una responsabilità maggiore, come lo è avere tifosi anche in Brasile e in tutto il mondo”, ha dichiarato durante la conferenza stampa della vigilia.

Corsi e ricorsi storici, come quei fantasmi diventati incubi reali nel doppio confronto che spedì gli azzurri nel purgatorio dei playoff, prima dell’inferno della seconda eliminazione mondiale: elementi che per parafrasare il ct serviranno per dare stimoli e motivazioni. Ma tornando al campo, Spalletti ha in testa soltanto una soluzione, quella di vedere i giocatori “più sciolti. Non puoi andare a ragionare e a fare calcoli, sono quelle valutazioni che a volte ti condizionano. Devi per forza agire, nel turno successivo si va se si riesce a vincere questa partita”.

Sarà una trama fitta, di quelle che spesso piacciono all’Italia, o il piano partita questa volta riuscirà a ricalcare i pensieri e la filosofia del tecnico? Ragionamenti a parte, si parla sempre della stessa cosa, ovvero quel livello espresso per poco tempo nelle prime tre partite del Girone B: “Non siamo stati capaci ad esprimere il livello di cui siamo capaci, in alcuni momenti sì, ma non lo abbiamo mantenuto nel tempo. Dobbiamo renderci conto che non ci possiamo permettere di avere quei cali di tensione che abbiamo avuto all'inizio dei due secondi tempi - ha proseguito -.

Il fatto di essere dentro al cuore della competizione ti dà la percezione di quel livello che devi esibire sempre, non ci sono possibilità differenti. A livello di personalità mi aspetto qualcosa di più di quello che abbiamo fatto vedere fino a questo momento”. Le certezze, almeno dalle sensazioni trapelate, sembrano aver superati i dubbi, che ormai si contano sulle dita di una mano: senza Calafiori Spalletti si affiderà all’esperienza di Mancini, Dimarco invece non ha recuperato dal trauma contusivo al polpaccio destro.

In dubbio Bastoni, che ieri ha accusato una leggera alterazione febbrile: “Va visto domani, ha fatto allenamento a parte, è tornato un po’ indietro, ha riavuto qualche linea, abbiamo cercato di farlo riposare, oggi ha fatto il primo allenamento, ma c’è da vedere stanotte che risposta dará”. In attacco il ballottaggio è sempre lo stesso, quello Scamacca-Retegui, in uno sfogliare continuo della margherita. Stavolta però niente punzecchiature:

“Secondo me è bello chiaro come calciatore, il gol lo può fare in qualsiasi momento, ha quell’estro, ha quei guizzi che ti sbranano, fa più fatica ad essere collegato nel gioco della squadra e nei comportamenti della squadra, scherzando l’ho definito pigro, poi lui si è divertito - dice riferendosi al centravanti dell’Atalanta -. Ma per poter esibire le sue qualità in continuazione ha bisogno di essere dentro, anche quando non si ha la palla il riconoscere bene la posizione è importante”. Punti di domanda, livelli da superare, paragoni talvolta scomodi, ma che possono dare ulteriore spinta: Spalletti e l’Italia avranno parecchi argomenti a cui aggrapparsi in caso di necessità.