A novembre, dopo il messaggio di Peng Shuai prima pubblicato e poi sparito dai social network cinesi, tutti si chiedevano che fine avesse fatto la tennista asiatica. Aveva accusato un ex vicepresidente del Partito comunista cinese, Zhang Gaoli, di averla costretta a un rapporto sessuale indesiderato. Poi di lei per un pò non si era saputo più nulla.

La pressione internazionale cresceva, la Wta aveva invocato un’indagine indipendente e prove della sua libertà da condizionamenti, e in assenza di queste rassicurazioni ha cancellato i tornei in Asia, comprese le Wta Finals previste a Shenzhen per dieci anni per le quali gli organizzatori avevano promesso un montepremi da record: finora l’evento si è tenuto in Cina una volta sola.

L’Atp, invece, ha inizialmente mantenuto la stagione asiatica salvo poi cancellare gli eventi quest’anno, e di aggiungere nuovi eventi con licenza annuale come gli Atp 250 di Firenze e di Napoli, ma per ragioni sanitarie, per l’incremento dei contagi da Covid-19.

Dopo le uscite pubbliche e le conversazioni con il presidente del Cio, Thomas Bach, dopo l’intervista concessa a “L’Equipe” durante le Olimpiadi invernali di Pechino, almeno sulla sua incolumità fisica i dubbi si sono diradati.

Da febbraio, però, dell’ex numero 14 del mondo in singolare e campionessa Slam in doppio, si sono di nuovo pubblicamente perse le tracce.

 Secondo il capo dello staff del comitato olimpico cinese, Zezac Wang Can, interpellato da “L’Equipe”, “Zhang trascorre il suo tempo nella sua casa di Pechino, una situazione legata alla pandemia da Covid-19. So che è in regolare contatto con il Cio e che vuole effettuare un viaggio in Europa non appena la situazione dal punto di vista sanitario lo permetterà”.

La Wta, però, non ha ancora avuto contatti diretti con la cinese, come ha spiegato un portavoce dell’associazione del tennis professionistico femnminile a “L’Equipe”.

“È stato bello vederla in pubblico durante l’Olimpiade ma questo non ha diminuito la nostra inquietudine dopo il messaggio dello scorso 2 novembre. Peng è stata coraggiosa nell’indicare pubblicamente di essere stata sessualmente aggredita da un politico al vertice del governo cinese”, ha detto il portavoce della Wta.

“Come per tutte le giocatrici in casi simili, abbiamo richiesto un’indagine e la possibilità di incontrare Peng privatamente. E restiamo fermi sulle nostre posizioni. Continuiamo a lavorare perché si possa tornare a giocare in Cina nel 2023 ma non rinunciamo ai nostri principi per questo”, ha aggiunto il portavoce della Wta.