CANBERRA - Durante un incontro a Roma, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il primo ministro Anthony Albanese per la conferma dell’invio della flotta di 49 mezzi corazzati.
L’ABC ha confermato che il caricamento dei primi carri armati su una nave cargo è cominciato di recente, ma il governo Albanese mantiene il riserbo su posizione attuale e tempi di arrivo per motivi di sicurezza. L’Australia ha dovuto attendere il via libera da Washington per esportare i mezzi di produzione americana, approvazione concessa nonostante le perplessità di alcuni funzionari Usa.
“Già lo scorso anno avevamo avvertito Canberra che inviare questi carri armati sarebbe stato problematico - ha riferito un funzionario americano in forma di anonimità -. Una volta sul campo, gli ucraini troveranno difficile mantenerli operativi”.
Anche il Ministero della Difesa australiano ha espresso dubbi sull’efficacia della donazione, sottolineando che in una guerra dominata dai droni, i carri Abrams – vulnerabili sulla torretta – potrebbero non dimostrarsi la scelta più utile.
Oggi, il ministro della Difesa Richard Marles ha evitato di confermare eventuali rimostranze americane, dichiarando che l’Australia sta collaborando con Usa e Ucraina per completare la consegna.
Un centro logistico chiave in Polonia, che riceverà i veicoli, ha ripreso le operazioni dopo essere stato bloccato a causa della sospensione degli aiuti da parte del presidente Donald Trump.
Nonostante le critiche, l’Australia prevede di completare la consegna entro il 2025. Resta invece irrisolta la questione della flotta accantonata di elicotteri Taipan, che il governo ha deciso di non fornire all’Ucraina per motivi tecnici.