Finalmente un allenatore che non si nasconde dietro vacue giustificazioni, il più delle volte legate a decisioni arbitrali, ma racconta come stanno davvero le cose e parla con assolta onestà. Capita poche volte.

Eppure la sua squadra, sia pure fino all’intervallo, ha messo in difficoltà la capolista rispondendo con Mancini ed El Shaarawy al gol iniziale dell’ex laziale Acerbi.

L’ipotesi che i giallorossi conquistassero il quarto successo consecutivo è sfumata ad inizio ripresa quando l’Inter, da grande squadra, consapevole dei suoi mezzi, è rientrata in campo con la determinazione di rovesciare la situazione.

E così è stato con uno straripante Thuram che prima ha segnato di suo e poi ha costretto Angelino all’autogol.

Nel duello mediatico fra Martinez e Lukaku è stato il francese a prendersi la copertina dimostrando di valere più del belga, in crisi nera da 3 turni e quasi mai in gol con le grandi. Si ricorda solo un acuto con il Napoli.

Nel recupero il poker di Bastoni a incorniciare una ripresa di formato europeo per gli uomini di Inzaghi che, pur da squalificato, s’è fatto sentire dai suoi con una telefonata in viva voce che gli dovrebbe costare un ulteriore turno di squalifica.

Nel giorno che ha segnato il licenziamento di Pippo Inzaghi, il fratello Simone ha dimostrato per l’ennesima il suo valore: basta ricordare la maturazione di Darmian e Di Marco, il cambio di ruolo di Calhanoglu, Mkhitaryan e Thuram, l’esplosione di Barella e Martinez, il recupero di Acerbi e così via.

Al resto hanno pensato, e stanno pensando, Marotta e Ausilio, costretti ad operare in regime di autofinanziamento per i noti problemi economici del club.

A parità di incontri (la Juve gioca stasera con l’Udinese, l’Inter deve recuperare la gara con l’Atalanta) la capolista vanta 7 punti di vantaggio sui bianconeri con il miglior attacco (55 reti all’attivo) e la difesa meno perforata (12 gol al passivo).

Ma ciò che piò conta è il filotto di vittorie messe a segno dopo la conquista della Supercoppa Italiana: a Firenze, con la Juventus in casa, l’altro giorno all’Olimpico con la Roma.

E pensare che proprio in queste giornate la Juve confidava di ridurre il distacco dalla vetta. Niente di meglio poteva augurarsi l’ambiente interista in vista del ritorno in Champions League con l’Atletico Madrid.

Nel posticipo di ieri sera, il Milan ha battuto di misura il Napoli sull’asse Leao-Hernandez, direi immeritatamente: il pareggio sarebbe stato più in linea con l’andamento della gara.

Mai come in questa circostanza, Mazzarri ha pagato a caro prezzo l‘assenza di Osimhen, impegnato nella Coppa d’Africa.

Il risultato pesa. Almeno per un giorno i rossoneri si portano a una lunghezza dalla Juventus seconda, mentre il Napoli resta a 7 lunghezze dall’Atalanta quarta.