WASHINGTON – “Vinceremo. Resistete, non sarà facile, ma il risultato finale sarà storico”, ha scritto Donald Trump sul suo canale sociale Truth, assicurando che le sue politiche economiche avranno un impatto positivo, “riportando posti di lavoro e aziende come mai prima”.
“Arriveranno investimenti per quasi sette trilioni di dollari. Il Paese farà boom”, ha assicurato il presidente americano annunciando l’imposizione dei dazi varati il 2 aprile nei confronti di tutti i Paesi.
E, mentre gli americani aspettano che l’economia riparta, Wall Street ha bruciato 5.200 miliardi di dollari nelle ultime due sedute della settimana, un risultato paragonabile solo al marzo 2020, in piena emergenza Covid. La ripercussione della decisione dell’amministrazione americana è arrivata sui mercati di tutto il mondo e si è fatta sentire anche in Italia, con Piazza Affari che ha chiuso la settimana con un -5%, il peggior risultato in Europa.
“È la nostra dichiarazione d’indipendenza economica”, ha sostenuto Trump nell’annunciare “dazi reciproci” che gli Stati Uniti introducono “nei confronti dei Paesi di tutto il mondo”.
“È il Liberation Day. Il 2 aprile 2025 sarà per sempre ricordato come il giorno in cui l’industria americana è rinata, il giorno in cui cominciamo a rendere l’America ricca di nuovo. Il nostro Paese e i nostri contribuenti sono stati derubati per 60 anni, ma non succederà più. È uno dei giorni più importanti nella storia americana, è la nostra dichiarazione d’indipendenza economica. Ora tocca a noi prosperare”, ha ribadito Trump.
Il pacchetto comprende le tariffe del 25% su tutte le auto prodotte al di fuori degli Usa. La soglia minima dei dazi adottati nei confronti di una sessantina di Paesi è del 10%. “Saremo molto gentili. Avremmo potuto adottare le stesse tariffe imposte a noi”, dice Trump snocciolando i dati nel Rose Garden della Casa Bianca.
“La Cina impone tariffe del 67%; noi metteremo dazi del 34%. L’Unione Europea è molto dura. L’Ue, così amica, ci ha derubato così tanto... patetico... Impone dazi del 39%, la tasseremo del 20%”, ha indicato Trump mostrando un cartello esplicativo. Quindi si prosegue con Vietnam (dazi del 46%), Taiwan (32%), Giappone (24%), India (26%), Corea del Sud (25%), Svizzera (31%), fino al Regno Unito (10%, alla pari). Trump ha elencato le compagnie che investiranno negli Usa, il lungo elenco - da Meta a Apple, da J&J a Honda e Nissan - comprende anche Stellantis: “Investiranno miliardi e miliardi, sono impegnate al 100%”.
Trump e i suoi collaboratori hanno utilizzato un sistema apparentemente elementare, come evidenziato da diversi osservatori. È stato considerato il rapporto tra deficit commerciale degli Stati Uniti e surplus commerciale di un’altra nazione, la cifra è stata divisa per due e il risultato è diventato il ‘dazio’.
Intanto, Pechino ha risposto a Washington con un controdazio del 34% sui prodotti americani.Ma anche internamente, gli Stati Uniti cominciano a vedere i primi risvolti, con il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, che starebbe valutando le dimissioni dopo l’annuncio dei dazi.
La sua collaboratrice Stephanie Ruhle, durante un’intervista televisiva, ha dichiarato che Bessent “sta cercando una via di fuga per provare ad arrivare alla Fed, perchè negli ultimi giorni si sta davvero danneggiando la sua credibilità e la sua storia sui mercati”.
E intanto, in migliaia sono scesi in piazza per contestare la politica della Casa Bianca e le scelte della squadra di Donald Trump ed Elon Musk.