WASHINGHTON - La squadra di transizione di Donald Trump sta spingendo per far uscire gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità fin dal primo giorno della nuova amministrazione. Lo scrive il Financial Times, citando membri del team del tycoon, che avrebbero parlato dell’intenzione di annunciare un ritiro dall’organismo sanitario globale in occasione dell’insediamento del presidente eletto, il 20 gennaio. L’uscita eliminerebbe la principale fonte di finanziamenti dell’Oms. 

L’annuncio arriva dopo la nomina, da parte di Trump, di Robert F. Kennedy, scettico sui vaccini, come segretario alla Salute, un ruolo corrispondente a quello di ministro. 

Secondo Lawrence Gostin, professore di Salute globale alla Georgetown Law, il piano di ritirarsi sarebbe catastrofico per la salute globale. 

Tuttavia, Gostin ha detto di non essere sicuro che Trump avrebbe dato la stessa priorità a un ritiro immediato come avrebbero annunciato alcuni nella sua squadra. 

Gli Stati Uniti sono il principale finanziatore singolo dell’Oms, avendo donato nel 2022-2023 all’organizzazione circa il 16% dei suoi finanziamenti complessivi.  

Già nel 2020, Trump aveva avviato il processo per lasciare l’Oms mentre si diffondeva il Covid-19, accusando l’agenzia di essere sotto il controllo della Cina, ma il processo non è mai stato completato e il suo successore Joe Biden aveva ripreso i rapporti con l’agenzia nel suo primo giorno di mandato, nel 2021. 

Tra le dichiarazioni polemiche del presidente eletto, a meno di un mese dall’insediamento e dall’inizio ufficiale del suo secondo mandato, Trump ha anche espresso l’intenzione della sua amministrazione di ottenere il controllo sulla Groenlandia. 

Il presidente eletto ha infatti definito “una necessità assoluta” per gli Stati Uniti controllare l’isola, durante la nomina del nuovo ambasciatore americano in Danimarca. La Groenlandia, infatti, è stata colonia della Danimarca fino al 1953, e fa ancora parte del regno anche se nel 2009 ha ottenuto l’autonomia con la possibilità di autogovernarsi e prendere decisioni indipendenti in materia di politica interna. 

“Gli Stati Uniti d’America ritengono che il possesso e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta”, ha scritto il presidente eletto su Truth Social, aggiungendo che il suo candidato per la carica nel Paese scandinavo – l’ex ambasciatore statunitense in Svezia e imprenditore Ken Howery – “farà un lavoro straordinario nel rappresentare gli interessi degli Stati Uniti”. 

Già nel 2019, diversi media avevano rivelato l’interesse di Trump per l’acquisto dell'isola, e lo stesso Trump aveva confermato ai giornalisti di essere interessato alla questione “strategicamente”.  

Tuttavia, la Groenlandia ha dichiarato che l’isola non è in vendita, e la Danimarca ha espresso la speranza che Trump stesse scherzando, definendo l’idea stessa di vendita assurda.