BELGRADO – Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha conferito l'incarico di formare il nuovo governo al professor Djuro Macut (61 anni), noto endocrinologo e docente alla facoltà di medicina all'Università di Belgrado. Vucic lo ha annunciato nella serata di domenica in un intervento in diretta televisiva.

Annunciando la sua decisione, Vucic ha detto che il professor Macut è uno specialista di grande preparazione ed esperienza, conosciuto a livello internazionale e che ha assolto con successo corsi di specializzazione in varie università, fra l’altro in Svizzera, Svezia, Gran Bretagna.

Il nuovo governo, ha affermato il presidente, sarà pronto entro il 18 aprile, data ultima prevista dalla legge dopo la constatazione delle dimissioni del premier uscente Milos Vucevic da parte del parlamento il 19 marzo scorso. Vucevic, fedelissimo di Vucic e leader del partito di maggioranza Sns (conservatore), si era dimesso unitamente a tutti i ministri a fine gennaio sotto la pressione del movimento di protesta degli studenti, cominciato dopo la morte di 16 persone nel crollo alla stazione di Novi Sad il primo novembre, e che è ancora attivo in tutto il Paese.

Il nuovo governo, ha osservato Vucic, avrà un compito molto difficile e impegnativo, dovendo gestire il persistere di una profonda crisi sociale legata alle proteste popolari, affrontare le crescenti pressioni provenienti dal resto della regione e da altri Paesi, proseguire il cammino della Serbia verso l’integrazione nella Ue, affrontare i problemi legati ai dazi imposti dagli Usa, favorire l’afflusso di investimenti esteri e garantire un alto livello di crescita economica.

Elementi questi ultimi, ha sottolineato Vucic, che sono stati duramente danneggiati dai cinque mesi di proteste in tutto il Paese. “Il governo avrà l’importante compito di proseguire negli sforzi per garantire pace e stabilità nel Paese, dando prova di tolleranza e pazienza”, ha affermato il presidente, che ha ribadito le dure critiche al movimento di protesta degli studenti per i quali – ha detto – non sono state sufficienti le dimissioni del governo per intavolare un dialogo e dar prova della volontà di arrivare a soluzioni di compromesso, e consentire la normale ripresa degli studi e dei corsi universitari.