In questo periodo di lockdown, di isolamento, di mascherine obbligatorie e ordini tassativi di “stare a casa”, è difficile pensare a un ritorno alla normalità. Ma prima o poi arriverà quel momento, quando con l’arrivo della bella stagione ormai imminente, si potrà andare al mare oppure sarà possibile passeggiare sulla spiaggia, magari al tramonto, assaporando un buon gelato.

Ce lo auguriamo tutti e se lo augura anche Lamberto Spighi che due mesi fa ha aperto Gelato Lab a Black Rock, sulla Mornington Peninsula, in Victoria.

Nato a Cattolica e cresciuto a Forlì, Lamberto è arrivato in Australia nel 2017.

“Avevo una formazione tecnica, ero perito industriale, e avevo un ottimo lavoro come termotecnico per impianti industriali e caldaie – ha raccontato nell’intervista a ‘Sapori – Viaggio nel gusto’, in onda sulle frequenze di Rete Italia –, che mi ha permesso di viaggiare a livello internazionale, dato che parlavo un po’ d’inglese. Questo viaggiare in giro per il mondo mi ha aperto la mente”.

A 29 anni, prima che fosse troppo tardi per qualificarsi per il visto Working Holiday, Lamberto ha deciso di prendere un aereo per l’Australia e raggiungere un amico che lo aveva preceduto in Queensland.

“Sono arrivato a Brisbane, il primo aprile del 2017, e il mio ‘pesce d’aprile’ si è rispecchiato nella sfortuna di non ricevere i bagagli! Mi sono ritrovato solo con i vestiti che indossavo, non proprio un inizio propizio, ma utile per prepararti a nuove esperienze”, ha raccontato.

Per Lamberto, la prima esperienza di lavoro è stata quella classica dei backpackers.

“Ho dovuto lavorare nelle farm per rinnovare il visto – ha raccontato –; sono andato a Stanthorpe in montagna, dove raccoglievo mele e altri tipi di frutta in un’azienda agricola di italo-australiani di terza generazione. Il lavoro era duro, ma mi trovavo molto bene, e giocavo a calcio con il mio datore di lavoro di origine siciliana”.

Lavorando duramente sette giorni la settimana, Lamberto ha cominciato a risparmiare un po’ tanto da comprare un’automobile e cominciare a esplorare l’Australia, recandosi a Byron Bay in NSW e a Brisbane.

In quel periodo Lamberto ha deciso di cambiare lavoro: “Sono andato a lavorare in miniera, un mondo che mi ha sempre affascinato, prima a Mackay, vicino alla barriera corallina, dove c’era il mare e faceva sempre caldo, e poi a Mount Isa”.

Più tardi, grazie a un aggancio di lavoro per tornare a esercitare la sua professione come perito industriale, è arrivato fino a Melbourne: “Certo c’era il lavoro, ma ho sentito qualcosa dentro di me che mi diceva, ‘Devi assolutamente andare giù a Melbourne’. Così, sono volato in un batter d’occhio”.

La decisione di venire a Melbourne si è rivelata vincente, perché grazie al lavoro come manutentore tecnico, Lamberto ha ottenuto la sponsorizzazione che gli ha permesso di diventare residente permanente in Australia. 

A Melbourne, il cattolichino ha trovato la sua giusta dimensione e una cerchia di nuovi amici che lui considera la sua comunità.

“La passione per il gelato c’è sempre stata. Sai, in Romagna le gelaterie spuntano come i funghi e io, da buon romagnolo, sono anche goloso. Grazie a un amico che aveva un po’ d’esperienza, mi sono convinto a lanciarmi in una nuova avventura e aprire Gelato Lab per portare sulla Mornington Peninsula quel pizzico di italianità che ancora mancava. Abbiamo aperto poco più di due mesi fa e quando parlo al plurale è perché in questo progetto mi hanno aiutato molti amici che, essendo qui da solo, sono diventati la mia comunità”, ha continuato Lamberto, sottolineando che dopo aver trovato il locale giusto, vicino al mare e in una zona tranquilla, lo hanno trasformato in gelateria, ristrutturandolo nei ritagli di tempo e il sabato e la domenica.

I gelati di Lamberto sono straordinariamente artigianali con ingredienti stagionali, di prima qualità e senza l’uso di additivi o coloranti, realizzati con macchinari italiani, reperiti localmente di seconda mano e che il perito industriale ha la capacità di riparare qualora, a causa del COVID-19, non si possano trovare pezzi di ricambio dall’Italia.

“L’inizio non è stato dei migliori con i continui lockdown, ma del resto l’idea di aprire è nata proprio durante il primo lungo lockdown, l’anno scorso – ha spiegato –. Poi, anche se in isolamento, la gente deve mangiare e il gelato è il più classico dei prodotti d’asporto; un dessert serve soprattutto in isolamento”.

Lamberto ci rivela che i gusti più popolari sono il cioccolato belga, il pistacchio prodotto con i pistacchi di Bronte, la classica stracciatella, che “molti clienti non riuscivano a pronunciare”, i sorbetti alla pera, all’ananas, al mango e al frutto della passione.

Il professionista, che ancora lavora come manutentore tecnico al mattino, prima di dedicarsi al laboratorio nel pomeriggio e la sera, ammette di non vedere l’ora di potersi occupare solo ed esclusivamente della gelateria quest’estate: “Con il gelato mi sembra di produrre e vendere a tutti un pezzetto di felicità”.