CANBERRA – Un nuovo taglio al tasso ufficiale di sconto potrebbe essere annunciato domani anche allo scopo di risollevare le sorti del settore del commercio al dettaglio, in crisi per via di un marcato calo nelle abitudini di spesa delle famiglie australiane. Finora, i tagli fiscali fino a 1.080 dollari per contribuente contenuti nell’ultima manovra di bilancio non hanno dato i risultati sperati in termini di stimolo alla propensione al consumo. Un risultato molto diverso da quello raggiunto nel 2009, quando il governo Rudd inserì un bonus da 900 dollari nei rimborsi fiscali di circa otto milioni di australiani. In quell’occasione, i consumatori non persero tempo nello spendere oltre 19,2 miliardi di dollari nei negozi.
“Questa volta la situazione è diversa. L’ammontare del debito per ogni famiglia è pari in media al 190% del suo reddito disponibile. Se si è immersi fino al collo nei debiti e si è preoccupati per l’economia e la stabilità del proprio lavoro, spesso la scelta è di ripagare i propri debiti e non andare a fare shopping”, ha fatto notare l’economista capo di Ernst & Young Oceania Jo Masters.
Secondo l’amministratore delegato di Flight Centre Graham Turner, poi, “La propensione al consumo degli australiani è molto bassa in questo momento, e temo che questi tagli fiscali non faranno molta differenza. Ma spero di sbagliarmi”.
Nei giorni scorsi il governatore della Banca Centrale Philip Lowe in una serie di dichiarazioni ha fatto capire che il tasso di sconto potrebbe essere diminuito, per la terza volta quest’anno, e portato alla quota record dello 0,75%. Lo stesso Lowe, poi, ha ricordato che quasi la metà degli aventi diritto ai tagli fiscali non hanno ancora presentato la loro denuncia dei redditi: “L’esperienza passata suggerisce che nei prossimi mesi le famiglie spenderanno circa la metà dei loro rimborsi delle tasse. Prevediamo che il reddito aggregato per famiglia sia destinato a crescere dello 0,6% quest’anno. I bassi tassi d’interesse, poi, favoriranno ulteriormente la propensione al consumo”.