AVONDALE FC 1

PRESTON LIONS 1

Solo una delle due aveva bisogno di punti, ma guardando la partita nessuno l’avrebbe detto: l’Avondale ha tenuto il pallino del gioco, mentre il Preston ha provato a colpire in ripartenza.

Blake Carpenter ha portato avanti i padroni di casa subito dopo l’intervallo con una conclusione in scivolata, ma al 65’ Jonas Markovski ha ristabilito la parità con un colpo di testa preciso.

L’unica vera preoccupazione per l’Avondale è arrivata dall’infortunio di Kristian Trajceski, costretto a uscire prima del riposo dopo un contatto fortuito con lo stesso giocatore che poi avrebbe segnato il pari.

“Speriamo non sia nulla di serio”, ha dichiarato Trajceski nel post partita.

“Farò una risonanza: l’importante è che non sia l’osso. Poi vedremo. Incrocio le dita, prego per un miracolo che mi permetta di esserci nei quarti… anche con antidolorifici e fasciatura, basta essere in campo”.

L’Avondale ha chiuso il girone imbattuta in sei partite. “Abbiamo iniziato un po’ lentamente”, ha ammesso Trajceski, “ma siamo cresciuti gara dopo gara. Finire primi è motivo d’orgoglio: dalla terza o quarta partita abbiamo davvero preso ritmo. Essere imbattuti è un grande risultato”.

Il centrocampista ha elogiato la mentalità della squadra, che non ha abbassato la guardia nonostante la qualificazione già in tasca.

“Sapevamo che il Preston sarebbe venuto qui a metterci pressione… ma l’abbiamo gestita bene. I ragazzi sono stati brillanti”, ha detto. “La mentalità di questo gruppo è altissima: vogliamo vincere ogni partita, indipendentemente da cosa valga”.

“Ogni gara è un mattoncino, un passo avanti. Non siamo qui per divertirci e basta: siamo qui per vincere”, ha aggiunto.

Ora l’Avondale si prepara ad affrontare il Moreton City Excelsior, secondo nel Gruppo A. Trajceski è fiducioso. “Crediamo tanto nel nostro gruppo, crediamo di poter arrivare fino in fondo”, ha dichiarato.

“Sappiamo che ci sono squadre forti, ma in casa nostra siamo una squadra tosta. Il Moreton troverà vita dura. Non vediamo l’ora, siamo carichi: speriamo di vincere ancora e approdare in semifinale”.

RAYMOND LAWRENCE

 

APIA 4

BAYSWATER 1

Vendetta, tremenda vendetta. L’APIA, sconfitta all’andata per 1-0, ha risposto nel modo più rumoroso possibile: un roboante 4-1 che non lascia spazio a interpretazioni.

Una prestazione totale, limpida, quasi scientifica, come testimoniano i numeri: 57% di possesso palla, 40 tiri totali – ben 30 nello specchio – contro i soli 9 tentativi del Bayswater (6 verso la porta), e 8 calci d’angolo a 2. Un dominio tecnico, atletico e mentale.                                           

L’APIA partiva forte, imponendo ritmo e geometrie, costringendo il City a difendersi basso già dalle prime battute. Al 16’ arrivava il meritato 1-0: Stewart apriva sulla destra per Ortiz, che vedeva il corridoio giusto e serviva un perfetto filtrante al centro per Farinella, glaciale nel depositare in rete il gol dell’1-0.

Il Bayswater accennava una timida reazione, ma la squadra granata continuava a martellare. Al 40’ arrivava il raddoppio: un’azione costruita sul settore sinistro liberava ancora Farinella, che evitava l’intervento dell’avversario e, da dentro l’area, piazzava un chirurgico diagonale che si infilava tra palo e portiere. Doppietta personale e 2-0 che fotografava perfettamente l’andamento del match.

Al 57’ la partita sembrava virtualmente chiusa: McManus entrava durissimo da dietro su Stewart, e l’arbitro non aveva esitazioni nell’estrarre il cartellino rosso. Baywater in dieci e APIA in controllo assoluto.                                                                                                                       

Eppure, contro ogni logica, il City trovava il gol del 2-1 al 65’: un’azione aggressiva portava Kalac a compiere due respinte consecutive, ma il portiere granata si allontanava troppo dai pali e Edwards, con un pregevole pallonetto da fuori area, trovava la rete della speranza.                                       

Un episodio, però, che non scalfiva la superiorità dell’Apia.

All’87’ arrivava il sigillo che chiudeva la contesa ed è un momento da incorniciare: debutto e gol per il sedicenne Oscar Gonzalez, servito dalla sinistra da Costanzo. Il giovane talento non tremava, controllava e firmava il 3-1 sotto gli applausi entusiasti del pubblico.

In questa circostanza va elogiata la mentalità dell’allenatore Franco Parisi che ama dare spazio ai giovani più promettenti.

In pieno recupero, al 90’+5, c’èra anche la ciliegina sulla torta: Costanzo, lanciato in contropiede, si liberava elegantemente del suo marcatore e di sinistro insaccava il definitivo 4-1, sancendo una vittoria mai in discussione.

Con questo trionfo, l’APIA ha chiuso prima nel proprio girone, confermando una condizione scintillante e una mentalità da grande squadra.

Nei quarti di finale ci sarà ad attenderla un avversario storico: il Marconi Stallions, per un attesissimo derby italiano di Sydney, una sfida (venerdì 19.30 al Leichhardt Oval) che promette cuore, qualità e tradizione.

L’APIA ci arriva nel modo migliore: convinta, brillante e furiosamente determinata, ma nei derby tutto può succedere e sappiamo quanto il calcio sia spesso imprevedibile.                                                                           

ANTONIO MAZZA

 

WOLLONGONG 5

MARCONI 0

L’ultimo Super Saturday della fase a gironi del Campionato Australiano ha regalato uno dei pomeriggi più incredibili della stagione.

Al Collegians Sports Centre i Wollongong Wolves hanno scritto una pagina memorabile, dominando i Marconi Stalfions e arrivando a un solo gol da una qualificazione ai quarti di finale che avrebbe avuto dell’incredibile.

Servivano sei reti per scavalcare proprio il Marconi e garantirsi un posto tra le prime otto: ne sono arrivate cinque, accompagnate da una tempesta offensiva che ha messo a nudo tutte le fragilità dei biancoblù.

Il primo squillo è arrivato già al 12’, con Lachlan Scott che finalizzava una delle tante azioni d’assalto orchestrate dai padroni di casa. Era il preludio a un primo tempo che vedeva i Wolves continuamente nella metà campo del Marconi, capace solo di subire e arrancare.

Sebastian Hernandez diventava l’incubo della retroguardia ospite, tirando più volte verso una porta salvata prima da James Hilton, poi da un intervento prodigioso di Tass Mourdoukoutas, che evitava il raddoppio quando il gol sembrava già fatto.

Ma il crollo del Marconi, già evidente, si manifestava completamente sul finire del tempo: Isaac Danzo trovava Nicholas Olsen con un passaggio arretrato perfetto, e il 2-0 accendeva il sogno del pubblico di Wollongong. 

Il secondo tempo si apriva con un’altra scarica elettrica: dopo appena tre minuti Hernandez, al termine di un elegante scambio con Olsen e Scott, firmava il 3-0.

A quel punto l’impresa diventava credibile. Il Marconi, impaurito, lento, irriconoscibile, sembrava sprofondare sempre più. Scott trovava la sua doppietta in mischia, portando il totale a quattro e facendo tremare una squadra in completa crisi.

Il quinto gol – un’autentica gemma – arrivava dai piedi di Tate Russell, che con una giocata individuale mandava in delirio lo stadio e portava i Wolves a un solo passo dal miracolo sportivo: mancava una sola rete, e c’erano ancora dieci minuti per realizzarla.

Gli ultimi minuti erano pura adrenalina. Il Wollongong assediava la porta del Marconi, ormai allo sbando, con Banri Kanazumi che sfiorava il sesto gol da distanza ravvicinata, mentre gli Stallions sprofondavano in una delle loro peggiori prestazioni della storia recente.

E per un club fondato nel 1956, quattro volte campione d’Australia e quattro volte campione del NSW, nonché assieme al South Melbourne uno dei soli due ad aver disputato tutte le 27 stagioni della NSL, la sconfitta subita con il Wollongong rientra di diritto tra le più clamorose. Alla fine, il miracolo non si è compiuto per un soffio, ma i Wollongong Wolves escono dal campionato con un enorme prestigio e una prestazione che rimarrà negli annali.

Il Marconi, invece, pur avanzando ai quarti grazie ai risultati combinati, dovrà interrogarsi profondamente: servirà ben altro per presentarsi competitivi nel prossimo weekend contro il Wests Apia al Leichhardt Oval venerdì sera (inizio 19.30). L’allarme è suonato, forte e chiaro.

MAURIZIO PAGNIN

 

METROSTARS 2

SYDNEY UNITED 58 0

Aveva bisogno solo della vittoria per sperare nel passaggio del turno, e la squadra di Adelaide non ha perso tempo: al 7’, Fabian Barbiero ha recuperato un pallone in profondità e ha servito Michael Cittadini, puntuale a firmare il suo terzo gol nelle ultime quattro partite.

Nonostante le tante occasioni create, i MetroStars hanno dovuto attendere fino all’86’ per chiudere i conti: Hamish Gow ha trasformato un rigore assegnato per un fallo su Thomas Visser, autore di una serpentina in area, dove ha dribblato tre giocatori dello United prima di essere atterrato.

Al fischio finale è iniziato il conto alla rovescia: per qualificarsi, serviva che l’APIA Leichhardt vincesse oppure perdesse con tre reti di scarto.

Alla fine, i sud-australiani hanno tirato un sospiro di sollievo grazie al 4-1 dei “Sydneysiders”, anche se non sono mancati brividi quando il Bayswater ha accorciato sul 2-1 con oltre 25 minuti ancora da giocare.

Ora i MetroStars voleranno a Melbourne per sfidare l’Heidelberg United nel pomeriggio di sabato.

“È entusiasmo puro”, ha raccontato Cittadini, interrogato sull’emozione dominante il giorno dopo la partita.

“Avevamo iniziato il girone un po’ traballanti, con due sconfitte, ma stiamo ritrovando la forma al momento giusto. Adesso ci aspetta una delle squadre migliori del Paese, e sarà una grande sfida”.

Dopo il match, entrambe le formazioni si sono ritrovate nelle stanze del club per un piatto di pasta, seguendo l’altro incontro che avrebbe deciso il destino del gruppo.

“È stato un momento veramente teso, perché sappiamo quanto il Bayswater sia pericoloso”, ha ammesso l’attaccante. “Poi però l’APIA ha messo il turbo e, dopo il 3-1, le tensioni si sono allentate”.

Nonostante il peso del risultato, i festeggiamenti sono rimasti contenuti. “Siamo qualificati, ma a essere sinceri non abbiamo ancora fatto nulla”, ha spiegato Cittadini.

“La testa è già alla prossima sfida. Se vuoi essere il migliore, devi battere i migliori. Abbiamo un compito difficile davanti, ma so che il club può farcela”.

L’attaccante attribuisce anche il proprio stato di forma alla forza del collettivo.

“C’è un’atmosfera positiva, e questo mi fa giocare il mio miglior calcio: quando tutti girano bene, giro bene anch’io”, ha raccontato.

“I giocatori chiave si sono fatti avanti, ma lo stesso hanno fatto tutti gli altri della rosa: il gruppo è compatto e anche gli allenamenti sono diventati altamente competitivi. È una bella sensazione”.

Cittadini ha spiegato che lui e i compagni hanno studiato l’Heidelberg e non vedono l’ora di affrontarlo. “Li conoscono tutti: sono una grande squadra, con un ottimo allenatore”, ha detto. “Mi aspetto il massimo da loro. Sono una formazione di qualità—and lo siamo anche noi. Sarà una gara che ci metterà davvero alla prova, ed è quello che ci serve come club. Vogliamo stare sul palcoscenico nazionale”.

“Ho piena fiducia nella squadra”, ha concluso. “Credo che la gente abbia visto che possiamo tener testa a formazioni di grande livello, e negli ultimi tre anni siamo andati vicini a battere anche club di A-League. Quando siamo in giornata, valiamo quanto qualsiasi team del Paese. Possiamo andare a Melbourne e giocarci le nostre carte, senza alcun dubbio”.

RAYMOND LAWRENCE