ROUBAIX - E’ ancora una volta Mathieu Van der Poel il mattatore assoluto delle corse di primavera di ciclismo. Dopo aver vinto la Milano-Sanremo, giungendo poi secondo al Giro delle Fiandre, il fuoriclasse olandese ha trionfato alla Parigi-Roubaix 2023, conquistando così la quarta Classica Monumento della carriera. Il fenomeno dell’Alpecin-Deceuninck ha alzato le braccia al cielo in solitaria all’iconico velodromo André-Pétrieux, dove si è chiusa la storica corsa francese partita da Compiegne e caratterizzata da 29 settori di pavé disseminati nei 257 durissimi chilometri dell’“inferno del nord”. Su uno di questi, quello della foresta di Arenberg, è caduto Dylan Van Baarle, vincitore l’anno scorso, mentre il compagno di team di quest’ultimo in Jumbo Visma e favorito numero uno per la vittoria, Wout Van Aert, proprio mentre si trovava in fuga con Van der Poel è stato protagonista di una foratura su un altro tratto di pavé, perdendo terreno e consentendo all’olandese di sferrare l’attacco decisivo. Anche una dose di fortuna, dunque, nella splendida vittoria del figlio e nipote d’arte, suo nonno per parte di madre è Raymond Poulidor, che nel 2021 ha chiuso in terza posizione la regina delle classiche. È stato colpo grosso in casa Alpecin-Deceuninck, visto che al secondo posto si è piazzato, staccato di 45”, Jasper Philipsen, abile a precedere proprio Van Aert. 

“E’ stata una corsa pazzesca per come l’abbiamo condotta fin dall’inizio, ma io non mi sono mai sentito così forte - ha spiegato Van der Poel dopo aver tagliato il traguardo della corsa di Pasqua -. In certi casi servono buone gambe e tanta fortuna, ho avuto entrambe le cose. Alla fine mi sono trovato solo là davanti, è davvero qualcosa di incredibile”. Onorevole sesto posto per Filippo Ganna, si tratta del miglior piazzamento per il piemontese alla Parigi-Roubaix: “Gli ultimi chilometri non passavano mai, dal Carrefour de l’Arbre in poi ho sofferto. Ringrazio la squadra, negli ultimi chilometri purtroppo mi sono mancate un po’ le gambe - ha concluso - C’è del rammarico in chiave podio”. 

“Come sempre è stata una gara spettacolare, mitica, una delle mie preferite. Dal punto di vista dello spettacolo, gli atleti non ci hanno fatto mancare nulla. Ganna? Come prima Parigi-Roubaix da capitano, direi che non è andato così male, dopo un ottimo secondo posto alla Milano-Sanremo”. Così Daniele Bennati, ct della nazionale italiana di ciclismo su strada. “La Parigi-Roubaix o si ama o si odia. Non tutti i corridori sono portati per questa tipologia di corse, il pavé non è per tutti, è una gara massacrante - sottolinea -. Tutti vogliono partecipare, tutti vogliono portarla a termine, ma poi portare la pelle nel velodromo di Roubaix è sempre molto complicato. Noi da italiani l’abbiamo vinta l’ultima volta con Sonny Colbrelli, che poi purtroppo ha dovuto abbandonare questo sport e ci dispiace tantissimo, perché era uno di quei corridori su cui io potevo puntare anche per i prossimi Mondiali. Adesso godiamoci Ganna perché sta facendo qualcosa di straordinario”.

E a proposito di quest’ultimo, secondo Bennati “non deve assolutamente snaturarsi: il fatto di tentare un giorno di far bene nelle grandi corse a tappe potrebbe veramente snaturarlo”. “Lui è un grandissimo fuoriclasse nelle prove contro il tempo su strada e un fuoriclasse in pista - ha aggiunto il ct azzurro -. Ora, alla prima occasione da capitano, sia alla Milano-Sanremo che alla Parigi-Roubaix, ha dimostrato che un giorno veramente può vincerle queste classiche-monumento. Il consiglio che gli do io è quello di non snaturarsi”.