FIRENZE - “Tutti noi dobbiamo essere consapevoli della situazione, dobbiamo tirare fuori quei valori che servono per unirci, per trovare questa prima vittoria e sapere che la prossima di campionato è una finale. Come ho detto il mese di dicembre è decisivo e sta tutto nelle nostre mani”. Riparte dalla sfida di domani contro la Dinamo Kiev, valida per la fase a girone unico di Conference League, la Fiorentina guidata da Paolo Vanoli, ancora alla caccia della prima vittoria in campionato, ma soprattutto reduce da tre sconfitte consecutive che stanno pregiudicando il lavoro del tecnico arrivato poco più di un mese fa al posto di Stefano Pioli.

Una gara europea quella di domani che l’allenatore gigliato non vuole snobbare. “Domani dovremo affrontare la partita provando a vincerla - ha sottolineato Vanoli -. La Dinamo Kiev è una squadra forte, anche se in difficoltà, vincere potrebbe essere un aiuto morale per uscire da situazione. Dobbiamo andare in campo con la voglia e la determinazione di portare a casa questi punti importanti, poi dopo penseremo ad un’altra finale”.

“Chi va in campo dovrà dimostrare il suo valore, deve dare una mano e un aiuto non a me ma alla squadra. Ogni giorno, ogni partita è importante, quindi dovremo scendere in campo per ottenere un risultato importante che ci servirebbe per l’autostima, per il morale e per affrontare la successiva partita di campionato, oggi siamo concentrati su questo”.

Dopo aver anticipato che domani non saranno a disposizione, oltre a Lamptey e Sabiri, anche gli infortunati Gosens, Fazzini e Fagioli, Vanoli è tornato sui recenti confronti avuti con la sua squadra. “Io con i ragazzi parlo sempre, penso che la cosa più importante di oggi non sia mettersi l’uno contro gli altri, ma unire - ha spiegato Vanoli -. Tra di noi ne parliamo perché tutti noi vogliamo uscire da questa situazione. Poi tante cose, lo capisco, vengono un po’ strumentalizzate, magari anche eccessivamente, però oggi il bene è quello della Fiorentina e noi stiamo cercando quello. Io da questi ragazzi voglio il valore dell’umiltà, del coraggio, dell’aiutarsi uno con l’altro. Oggi il bene è quello della Fiorentina e voglio che i giocatori abbiano i miei stessi valori”.

Vanoli, ancora fiducioso sulle possibilità della sua squadra di risalire la classifica in serie A, ha poi puntualizzato: “Io mi sono trovato tante volte in questa situazione di stare sotto e come ho detto ai ragazzi subentra la paura. A Reggio Emilia abbiamo toccato il fondo. La stampa mi giudica come allenatore ma i miei giocatori mi devono giudicare da uomo, e quindi io devo essere bravo a fargli scattare quel ‘click’ in testa. Quello che serve loro invece è di fare tutti un piccolo passo indietro, per farne poi tre in avanti”.

Infine Vanoli è voluto tornare sull’episodio del rigore del momentaneo 1-0 con il Sassuolo e sulle sue dichiarazioni del post-partita, in merito al rigorista designato. “Io ho fatto il calciatore, oggi faccio l’allenatore. Secondo me questi sono episodi del calcio, fanno parte della storia del calcio, a volte sono anche il bello del calcio. Sull’episodio del  rigore nessuno ha detto delle bugie. C’erano delle gerarchie”, ovvero che dovevano battere “o Gudmundsson o Mandragora. In quel momento sta alla sensibilità del giocatore e Gudmundsson non lo ha tirato. Non ho mai imposto qualcuno, lui ha detto la verità, come l’ho detta io e non c’è nessun problema. L’obiettivo di quel rigore era andare in vantaggio e fare gol. Sembra invece che stiamo parlando di un rigore sbagliato…”.