La magnificenza umbra verrà esplorata e raccontata da una nuova prospettiva, giovedì 17 febbraio, dalla docente di storia dell’arte e del design alla Federation University Australia, Roberta Crisci. Storica dell’arte di formazione, Crisci accompagnerà gli ascoltatori nell’esplorazione delle vivaci colline umbre e delle pittoresche vedute aeree immortalate su tela dall’eccentrico futurista Gerardo Dottori.
Originaria di Formia, in provincia di Latina, Roberta vive a Melbourne ormai da quindici anni insieme al marito e alle figlie. “Ho studiato per lo più a Roma e ho seguito un corso di museologia in Francia; mi piace vedere l’arte nel contesto storico in cui viene percepita”, racconta la docente che, aggiunge, dopo un desiderio d’infanzia di diventare archeologa, ha sviluppato l’amore per le lingue e per la storia dell’arte “per buttarsi più nella modernità”.

La docente di storia dell'arte e del design alla Federation University Australia, Roberta Crisci
Durante l’incontro che verrà ospitato alla Library at the Dock, a Docklands, verrà affrontato un periodo storico italiano affascinante ma estremamente controverso, legato inevitabilmente alle vicissitudini e alle barbarie del fascismo. “Il futurismo è stato una corrente di pensiero completamente presa dalla furia ideologica che ha caratterizzato il ventesimo secolo – racconta Crisci –. Il futurismo era il linguaggio visivo del fascismo, quindi una corrente interventista, di destra, che voleva la guerra e la violenza. Attraverso l’arte, gli esponenti di questa corrente cercavano di trasmettere queste idee e queste sensazioni”. La professoressa racconterà in che modo la filosofia futurista abbia influenzato diverse sfere della vita di quei tempi e diverse arti, come per esempio quella della ceramica, dell’arte, dell’architettura ma anche della cucina.
L’attenzione di Crisci durante l’incontro si focalizzerà sul già citato Gerardo Dottori, artista umbro che si è distinto da tutti gli altri esponenti della sua corrente artistica proprio per questa passione nei confronti della natura e dei paesaggi della sua regione. Proveniente da una famiglia povera e sempre stato di salute fragile, Dottori, fin da giovane, non viene portato a lavorare per motivi di salute. Quindi, inizia a fare dei corsi di disegno e a frequentare l’accademia appena gliene viene data la possibilità.
Da sempre appassionato pilota, Dottori inizia a dipingere paesaggi dall’alto già prima di entrare a fare parte del mondo futurista. È nel 1929, però, quando firma il Manifesto sull’aeropittura, che diventa l’esponente di punta di tale corrente. “Fin dagli anni ’20 Dottori inizia a solcare i cieli del Sud Italia e si fa prendere completamente dall’incredibile prospettiva che gli si apre davanti – racconta Crisci –. Perché dall’alto, oltre che all’incurvatura della linea dell’orizzonte, c’è anche quella delle colline, dei fiumi e del paesaggio in generale. Il lago Trasimeno gli sembra uno specchio che, nei colori cangianti del blu e del viola, spicca tra il verde intenso della vegetazione circostante. Lui vuole cogliere una geometricità del paesaggio”.

Gerardo Dottori, Lago-ALba, 1942, Tempera su faesite, Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
La docente spiega inoltre che in primavera, quando c’è la fioritura delle lenticchie di Castelluccio, il paesaggio umbro cambia, diventando striato di bande di fiori colorati. L’aereo, allora, veniva associato ai bombardamenti e quindi, dalla maggior parte delle persone, era visto come strumento di morte, mentre Dottori lo ha sempre considerato il mezzo per arrivare alla bellezza dei colori e delle forme.
Dalle parole della studiosa, si intuisce come il pittore sia stato un futurista unico, perché ha abbracciato l’ideologia della modernità dell’Umbria, ma si è distinto dagli altri perché ha dato un’importanza particolare alla natura e alla sua terra. “Il suo obiettivo non è stato solo quello di portare l’Umbria nel futuro – prosegue la storica dell’arte –, ma anche quello di immortalare la bellezza della natura, cogliendone un vitalismo che lui riteneva fosse contenuto nei paesaggi umbri. Il resto dei futuristi, come per esempio Marinetti, erano proiettati verso una dinamicità urbana”.
Un altro aspetto che ha sempre contraddistinto Dottori dal resto dei futuristi è stata la sua tendenza a dipingere anche arte sacra, in particolare dalle chiesette medioevali attorno al lago Trasimeno. Molte delle sue opere sono tutt’oggi conservate all’interno dei Musei Vaticani. “Il pittore giustificava il suo essere futurista e quindi ideologo di guerra ‘come sola igiene del mondo’ e il dipingere immagini sacre legate alla religione con il fatto che il futurismo voleva una ricostruzione totale dell’universo. Ne segue quindi che anche l’arte sacra, che in Italia è dappertutto, dovesse essere modernizzata: da qui il contributo di Dottori. È un altro modo di estendere il futurismo a un ulteriore ambito della società”, spiega Crisci.
L’incontro, organizzato dall’Associazione Umbria e Amici del Victoria con il contributo dell’omonima Regione, vuole essere un omaggio a tutti gli italiani provenienti da questo incantevole angolo del Bel Paese che risiedono in Australia ma anche verso gli appassionati di arte e della sua storia. Per partecipare all’appuntamento sarà richiesta la mascherina obbligatoria e il certificato di doppia vaccinazione; inoltre, si prega di confermare la propria presenza via email.