SUZUKA (GIAPPONE) - La Red Bull ha vinto il sesto titolo costruttori in Formula 1. Più che una notizia sembra una consuetudine, considerando il cammino stagionale di un super Max Verstappen che già nel prossimo GP, quello del Qatar, potrebbe diventare nuovamente campione del mondo.
L’olandese è stato il solito lupo famelico, capace di azzannare subito un Gran Premio del Giappone con poche emozioni e condito da errori da matita rossa da parte di tutti coloro che avrebbero potuto insidiarlo.
L’olandese, nonostante la safety in pista per cinque giri, dopo 14 tornanti aveva già 9 secondi di vantaggio sul secondo (Norris nella fattispecie). Quando sei in queste condizioni allora è facile pronosticare una passeggiata, come nelle previsioni della vigilia.
“È stato un week-end incredibile, vincere qui è grandioso. La macchina ha funzionato con ogni mescola, ringrazio tutti coloro che lavorano con me per questo successo nel mondiale Costruttori”.
Verstappen, oltre alla sua superiorità, ha approfittato degli errori marchiani da parte di chi non avrebbe dovuto farne.
Il compagno di squadra Sergio Perez, ad esempio, ha cominciato prendendo 5 secondi di penalità, per un contatto in avvio con Sainz, per continuare speronando Magnussen, guadagnando altri 5 secondi di stop, quindi, nonostante una sosta ai box per cambiare un’ala danneggiata, ha deciso di chiudere subito il suo disastroso Gran Premio.
Quantomeno sorprendente, poi, la lotta tra Russell ed Hamilton, i due piloti della Mercedes addirittura investigati per un contatto tra loro.
Russell, via radio, chiedeva ai box con chi dovesse combattere, con il suo compagno di squadra o con gli avversari. Finanche Charles Leclerc, a fine gara, ha affermato che si sarebbe aspettato un gioco di squadra diverso da parte dei suoi avversari.
Parole ripetute anche da Lewis Hamilton della Mercedes: “Siamo in lotta, come team, con la Ferrari, ero più veloce di George, c’era la Ferrari che aveva gomme più fresche quindi dovevamo lavorare insieme per non perdere posizioni...”.
George Russell, invece, ha glissato sull’argomento: “L’importante era cogliere gli aspetti positivi”. Spendere sudore ed energie per dare battaglia ad un pilota della tua stessa scuderia: esattamente come è successo tra Norris e Piastri, con l’inglese che chiedeva al suo Team Principal, Andrea Stella, cosa dovesse fare.
E non si era nemmeno a metà corsa. Quando Norris è passato in seconda posizione, Verstappen aveva già oltre 13 secondi di vantaggio.
In questo clima di incertezza ed indecisione generale va sottolineato anche il disastroso Gran Premio di Fernando Alonso parso incapace di dare battaglia e subito staccatosi in maniera siderale dalla battaglia per i posti che contavano.
Alla fine, dopo il mostro Verstappen, arrivano le McLaren, Leclerc che anticipa le Mercedes le quali devono difendersi, nel finale, da un Sainz arrivato a 5 giri a caccia del quinto posto. Lo spagnolo della Ferrari passa Russell ma non Hamilton, mentre la Red Bull stava già festeggiando nel paddock.
ORDINE D’ARRIVO
1. Max Verstappen (Ned) Red Bull in 1h30’58”421
2. Lando Norris (Gbr) McLaren a 19”387
3. Oscar Piastri (Aus) McLaren a 36”494
4. Charles Leclerc (Mon) Ferrari a 43”998
5. Lewis Hamilton (Gbr) Mercedes a 49”376
6. Carlos Sainz (Esp) Ferrari a 50”221
7. George Russell (Gbr) Mercedes a 57”659
8. Fernando Alonso (Esp) Red Bull a 1’14”725
9. Esteban Ocon (Fra) Alpine a 1’19”67
10. Pierre Gasly (Fra) Alpine a 1’23”155
MONDIALE PILOTI
1. Max Verstappen (Ned) 400
2. Sergio Perez (Mex) 223
3. Lewis Hamilton (Gbr) 190
4. Fernando Alonso (Esp) 174
5. Carlos Sainz (Esp) 150
6. Charles Leclerc (Mon) 135
7. Lando Norris (Gbr) 115
8. George Russell (Gbr) 115
9. Oscar Piastri (Aus) 57
10. Lance Stroll (Can) 47
MONDIALE COSTRUTTORI
1. Red Bull 623 punti campione del mondo
2. Mercedes 305
3. Ferrari 285
4. Aston Martin 221
5. McLaren 172
6. Alpine 84
7. Williams 21
8. Haas 12
9. Alfa Romeo 10
10. AlphaTauri 5